foto_chirurgia_plastica_seno

Si può allattare dopo un intervento di chirurgia plastica al seno?

Il seno delle donne ha una funzione ambivalente. E’ la ghiandola che offre nutrimento al piccolo, ma prima ancora è un potente mezzo di seduzione femminile che si è sviluppato nella specie umana per favorire l’accoppiamento frontale. Il fascino del seno è innegabile per tutto quello che rievoca in modo ancestrale: femminilità, maternità, legame, nutrimento, soddisfazione, pienezza. Ecco perché forse è anche uno degli organi bersaglio di maggiori ritocchi estetici.

Oggi sono moltissime le donne che ricorrono alla chirurgia plastica del seno. Lasciando da parte i casi di chi ne ricorre a sproposito, questo intervento spesso viene utilizzato per correggere importanti difetti di forma, di volume o di asimmetria e altrettanto spesso si procede le protesi si utilizzano dopo interventi di mastectomia (asportazione della mammella) per cancro, o addirittura dopo una mastectomia preventiva come fece la nota diva Angelina Jolie.

L’intervento di aumento del seno si chiama mastoplastica additiva, e consiste nel fissare delle protesi in silicone sotto la ghiandola mammaria o sotto il muscolo pettorale. L’incisione e l’introduzione delle protesi può avvenire in vari punti. Solitamente per nascondere la cicatrice si incide sotto il solco mammario oppure a livello periareolare (intorno all’areola del capezzolo).

Durante la gravidanza il seno con le protesi aumenta di volume come un normale seno e la ghiandola mammaria che non è stata intaccata produce normalmente latte. L’aumento di volume può essere leggermente fastidioso se la pelle è poco elastica o se le protesi vengono eccessivamente compresse. L’unica soluzione è pazientare. Se avvertite oltre al fastidio anche un indolenzimento, seno caldo e febbricola, allertate il vostro chirurgo o il vostro ginecologo.

Per quanto riguarda l’allattamento invece non ci sono rischi collegati alle protesi, né per la mamma né per il neonato. Il problema può riguardare l’incisione sui capezzoli. A questo livello infatti si trovano i dotti galattofori, i piccoli canali che trasportano il latte dalla ghiandola al capezzolo.

Negli interventi di mastoplastica riduttiva e mastopessi, che mirano a ridurre il volume delle mammelle e a risollevarle eliminando la pelle in eccesso, spesso i capezzoli vengono spostati e riposizionati simmetricamente alle nuove dimensioni del seno. In questi casi i dotti galattofori vengono spezzati e l’allattamento è compromesso.

Se in una mastoplastica additiva i dotti galattofori sono stati intaccati durante l’incisione periareolare la donna potrebbe avere più o meno difficoltà ad allattare a seconda del numero di dotti che sono rimasti integri. In ogni caso per tutti i benefici che l’allattamento comporta su madre e bambino vale la pena provare e non arrendersi a primi fallimenti.

Logicamente parlando di chirurgia estetica c’è da dire che a seguito di una gravidanza il seno potrebbe sciuparsi. Ma questo più che dall’allattamento dipende dall’aumento di volume eccessivo e da un suo successivo svuotamento veloce, cosa che accade se non si allatta, passando dalla montata all’arresto. Se invece si sceglie di allattare lo svuotamento è graduale perché la continua riproduzione del latte mantiene costante il volume del seno.

Per prevenire i danni estetici in gravidanza utilizzate sempre i reggiseni sportivi, cospargetevi con olio di mandorle dolci dopo la doccia oppure con fitostimoline se notate la comparsa delle prime smagliature e rinforzate i muscoli pettorali con qualche esercizio 3 volte alla settimana. In ogni caso se a seguito di una gravidanza il seno dovesse sciuparsi tenete presente che le protesi dopo 10-15 anni andrebbero comunque sostituite.