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Carlo Cracco di Masterchef: lo svezzamento alternativo

Carlo Cracco, volto noto in tv come giudice di MasterChef, è padre di 4 figli, gli ultimi due avuti con la sua attuale compagna, Rosa Fanti, più giovane di lui di 17 anni. Da lei sono nati Pietro 2 anni fa e Cesare, appena 5 mesi fa. Le altre due figlie Sveva e Irene di 12 e 8 anni sono nate dal precedente matrimonio.

Cracco si confida su Vanity Fair, descrivendosi come un vero e proprio mammo. Per lui, nato da una famiglia con 4 fratelli, i figli sono la cosa più bella e più naturale da fare, e se fosse per lui ne farebbe 10. “Il problema è che non abbiamo più spazio in macchina”, scherza il famoso chef.

La sua compagna Rosa conferma la sua predilezione ad aiutare in casa e a prendersi cura dei figli, e aggiunge che al loro primo appuntamento Carlo trovando il suo frigo vuoto andò a farle la spesa e le promise che lei non avrebbe più toccato un fornello in vita sua.

“E in effetti così è stato”, conferma Rosa, “perfino con le pappe”. Si, perché a quanto pare nella famiglia del cuoco di MasterChef gli omogeneizzati si fanno in casa. Tanto di capello per la cucina sana e naturale, ma quello che desta un po’ di perplessità è il suo modo originale di svezzare i figli.

“E’ abitudine per me svezzare i bambini a 6 sei mesi con la carne di piccione, una carne rossa ma leggera. Tutti i miei figli li ho svezzati così, a gennaio toccherà anche a Cesare”, rivela orgoglioso Carlo Cracco.“I miei figli assaggiano di tutto, anche il salame, quando è buono non può fare male, ma soprattutto ci tengo al fatto che annusino tutto, perché il cibo si apprezza a partire dall’olfatto”.

Delle teorie sicuramente particolari e controcorrente, che superano il tradizionale calendario dello svezzamento consigliato da tutti i pediatri, che invece prevede l’introduzione graduale del cibo, cominciando con la frutta. Non sono certa di quanta verità ci sia dietro l’affermazione che il salame non fa male, sono certa però che esistono cibi molto meno grassi, più nutrienti e adatti per un bambino.

Perché sperimentazioni a parte, é bene ricordare che lo sviluppo dell’apparato digerente di un bambino è graduale, pertanto non è in grado di digerire come quello di un adulto. Anche un buon bicchiere di vino rosso in generale fa bene, ma non a 6 mesi e nemmeno a 2 anni. Quindi d’accordo aiutarlo a sperimentare, assaggiare e apprezzare tutto il buon cibo, ma tutto a suo tempo.