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Stitichezza o stipsi nel bambino: come risolverla?

Una delle problematiche fisiologiche che preoccupa maggiormente le madri e soprattutto i loro figli è la stitichezza o stipsi, che si tende ad attribuire al proprio bambino più spesso di quanto non lo sia realmente. Solo se il piccolo evacua con intervalli di tempo superiori alle 48 ore oppure se espelle feci dure e con dolente sforzo possiamo parlare di questo tipo di disturbo. In genere entro i 12 mesi di vita dell’infante si tratta invece di dischezia, termine medico che indica un’incoordinazione tra la spinta, cioè la contrazione addominale e il rilasciamento dello sfintere.

Il neonato piange per via delle coliche che gli fanno ritrarre al petto le ginocchia con urla isteriche, facendo correre ai ripari i neogenitori con medicine per attutire il disturbo.Superati questi primi mesi di sofferenze neonatali, ecco che per i bambini si possono avere delle difficoltà relative al rilascio delle feci, molto spesso ciò è dovuto indistintamente dal tipo di latte materno o artificiale, mentre se già svezzati la colpa può essere dovuta all’introduzione dell’alimentazione solida.

Quando si supera il primo anno di vita e si può quindi parlare di stitichezza effettiva, anche se solo temporanea e perciò relativa ad un determinato periodo, le soluzioni che vengono proposte sono tante:lunghe passeggiate, moto all’aria aperta, cambiamenti d’aria, il gambo del prezzemolo con l’ olio o la punta del termometro  nel sederino, omogenizzati alla prugna, pomate, clisteri, pompette piene di acqua calda, rimedi omeopatici, sciroppi al Lattulosio e qualsiasi altra stimolazione tattile e non.

In realtà tutti questi metodi possono risultare più o meno efficaci, l’importante per la salute del piccolo è non abusarne,altrimenti non imparerà ad evacuare da solo. Bisogna ricordare che prima di passare all’elenco di soluzioni drastiche, occorre fare delle accurate osservazioni: se si tratta di un piccolo allattato artificialmente conviene trovare una marca di latte idonea al bambino, se svezzato conviene aggiungere maggior olio, fibre e verdure ai pasti. Infine se si tratta di bambini più grandicelli abituarlo a norme igieniche quali portarlo in bagno ai soliti orari.

Le madri sono talmente disperate che non fanno capire ai pediatri se il problema è realmente del bambino o più della stessa genitrice, si consultano fra di loro , perché non tollerano veder soffrire i figlioli che non riuscendo ad evacuare diventano maggiormente irascibili, così fra “rimedi della nonna” e cure pediatriche ecco che finalmente avviene la così tanto attesa liberazione. Ma quando il tutto sembra finalmente un vecchio ricordo, ecco che molti bambini, una volta raggiunto il traguardo dello “spannolinamento”, si ritrovano a combattere con la stipsi per l’avversione nei confronti del vasino.

Importante è bere molto, anche 2 litri di acqua al giorno, perché il bambino che beve poco avrà feci che ostacoleranno la defecazione. Il nervosismo per la stipsi, da parte dei figlioletti, è tale da esser difficilmente gestito dai genitori. Purtroppo il figliolo non riesce a comprendere il motivo della sua costipazione e i dolori addominali lo portano ad essere scontroso quando la madre è costretta a rimedi poco piacevoli. Ci vuole tanta pazienza per sconfiggere al meglio questo seccante quanto stressante disturbo, c’è anche da notare che ne soffrono maggiormente le femminucce e vanno incoraggiate a rilassarsi e a non innervosirsi, magari leggendo un libro o sfogliando un giornale prendendosi così tutto il tempo che serve.

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