foto_gravidanza_con_placenta_previa

La placenta previa: la giusta sorveglianza ne previene i rischi

La placenta previa è una placenta inserita in sede anomala sull’utero. Origina da un difetto del processo di annidamento e placentazione nelle prime settimane di gravidanza.

La diagnosi ecografica di placenta previa però può essere fatta con certezza solo dopo le 28 settimane. Prima di questo periodo infatti la placenta può ancora migrare e tornare sul fondo dell’utero.

In base al suo rapporto con l’orifizio uterino interno, ossia l’imbocco del canale cervicale, distinguiamo la placenta previa in:

  • laterale (quando dista più di 2,5cm dall’orifizio)
  • marginale (quando la distanza è < o = di 2,5 cm all'orifizio)
  • la placenta previa centrale parziale (quando ricopre parzialmente l'orifizio)
  • placenta previa centrale completa (quando ricopre completamente l'orifizio)

Il principale rischio di una placenta previa è un suo distacco durante l'innesco del travaglio, causato dalla dilatazione del canale cervicale e sotto la spinta del corpo fetale.

Un importante distacco di placenta può portare una severa emorragia materna compromettendo la vita della madre e del feto.

Ecco perché un travaglio in una gravidanza con placenta previa viene considerata una importante emergenza osterica nel III trimestre.

Proprio in vista di questa eventualità il parto naturale in caso di placenta previa laterale e marginale è molto rischioso e in caso di placenta previa centrale parziale o completa è praticamente impossibile. In queste gravidanze si preferisce programmare un cesareo a 37-38 settimane, onde evitare l’insorgenza di un travaglio.

In caso di placenta previa non è infrequente assistere a sanguinamenti vaginali di colore rosse vivo, sopratutto nel III trimestre fra la 28esima e 34esima settimana. Questi sono dovuti alle modificazioni del collo dell'utero che provocano piccoli scollamenti dell'inserzione placentare che costringono la donna all'ospedalizzazione e al riposo assoluto.

La placenta previa si verifica in 1 gravidanza su 200. I fattori di rischio sono principalmente:

  • una precedente gravidanza con placenta previa
  • l’età materna avanzata
  • precedente taglio cesareo
  • utero fibromatoso
  • fumo di sigaretta

Il trattamento della placenta previa in assenza di sanguinamenti è la sorveglianza. Nel corso della gravidanza sarà necessario monitorare spesso la flussimetria per verificare che non ci sia una compromissione degli scambi placentari e in caso di sanguinamento vaginale si procederà al ricovero in ospedale e al taglio cesareo se i tempi sono maturi.

In caso contrario si opterà per una strategia di attesa, con riposo assoluto, monitoraggio cardiotocografico, la somministrazione di tocolitici se è presente una attività contrattile e di cortisonici per favorire la maturità polmonare del neonato in vista della necessità di espletare il parto.

In caso di placenta previa anche in assenza di sanguinamenti è sconsigliata l'attività sessuale, lo sport e le eccessive sollecitazioni pelviche in generale.

Il più delle volte adottando i giusti protocolli queste gravidanze procedono tranquillamente fino al termine. Essenziale in questi casi è la prudenza e la sorveglianza.