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Bambini e bullismo: consigli ai genitori

Sono sempre di più i casi di cronaca che narrano di episodi di bullismo tra ragazzi e studenti di ogni età, e il fenomeno è sempre in costante crescita. In questo articolo cercheremo di capire come fare a riconoscerlo e se è possibile prevenire e in ogni caso contrastare episodi di bullismo a danno dei nostri figli.

Il bullismo rappresenta un grave fenomeno sociale che, secondo gli ultimi dati, colpisce almeno una volta nella vita il 41% dei bambini italiani. La fascia d’età è molto ampia e con modalità diverse il bullismo colpisce dai 7-9 anni fino ai 18 anni, andando a interessare tutti i gradi di istruzione.

Gli episodi di bullismo sono caratterizzati da provocazioni e violenza sia fisica che verbale perpetrate a danno di uno stesso soggetto per un certo periodo di tempo. Il bullismo si sviluppa principalmente nell’ambiente scolastico, ma tuttavia può riguardare anche altri luoghi pubblici come giardini, parchi, e luoghi sportivi.

La violenza solitamente viene commessa dal cosiddetto bullo, un ragazzo o una ragazza che si accanisce contro la vittima più debole attraverso aggressioni fisiche, prese in giro e maldicenze ripetute all’infinito. Tuttavia il più delle volte il bullo non agisce totalmente da solo, ma con l’appoggio di un gruppetto di amici con i quali si compiace nell’infierire sulla vittima o che semplicemente subiscono anch’essi la situazione attraverso un tacito silenzio.

Spesso la vittima di bullismo non ne parla in famiglia di quello che gli succede, provando vergogna e imbarazzo. Spetta alle famiglie capire se il proprio figlio è vittima di bullismo, attraverso una serie di segnali, quali un’improvvisa non voglia di andare a scuola, un calo nel rendimento scolastico, depressione, presenza di graffi e lividi, scoperta che salta la merenda…

Questi sono alcuni dei segnali che devono certamente far insospettire i genitori. Una volta che si sospetta che il proprio figlio è coinvolto in episodi di bullismo, cosa si può fare per aiutarlo? La prima cosa che gli esperti consigliano è quella di parlare con il proprio figlio, senza tuttavia sottoporlo a un interrogatorio che finirebbe solo col chiuderlo ancora di più in se stesso.

E’ importante non far sentire mai solo il bambino e insegnargli a non rispondere alle intimidazioni in quanto solitamente mostrarsi indifferenti alle provocazioni costituisce la vera arma contro i bulli. Fondamentale è poi mettersi in contatto con gli insegnanti per stabilire una strategia per risolvere la situazione.

Da mamma sono convinta che una grande responsabilità sia da attribuire alla famiglia. I bambini assorbono tutto quello che vivono all’interno del proprio nucleo famigliare per poi rielaborarlo e farlo uscire attraverso i loro comportamenti. Spesso i bulli non sono altro che bambini che vivono situazioni di violenza all’interno delle mura domestiche, magari anche solo assistendo a continui litigi e scenate tra genitori, e che hanno quindi assorbito modelli totalmente sbagliati. Per gli psicologi i bulli sono ragazzi che non riescono a gestire i normali conflitti della vita di tutti i giorni e che per questo devono essere anch’essi aiutati.

Il bullismo è infatti un fenomeno gravissimo che rende la vita della vittima un vero inferno, ma che segna irrimediabilmente anche l’esistenza del bullo da una spirale di odio e violenza che non lo porterà da nessuna parte. Risolvere la situazione non è semplice, ed è necessaria la piena collaborazione di più parti, le famiglie dei ragazzi coinvolte, quella del bullo e della vittima, i compagni di classe e amici, gli insegnanti e la scuola.

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