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Tampone positivo per Streptococco B : quali rischi si corrono in gravidanza

Lo streptococco B o agalactie è un batterio microbiota che risiede nell’intestino dei mammiferi. Quando si attiva a livello patogeno, l’infezione colpisce il tratto rettale e vaginale delle donne e in gravidanza può essere trasmesso al feto per via ascendente creando importanti complicanze.

Il 15-20% delle donne sono contaminate da questo batterio in maniera del tutto asintomatica. Per tale motivo per diagnosticare la presenza dello streptococco B viene eseguito di routine un tampone vagino-rettale con esame colturale, a tutte le donne nel terzo trimestre (28 settimane).

Il test è l’unica forma di prevenzione. Infatti qualora il tampone per lo streptococco B risultasse positivo verrà subito effettuata una profilassi antibiotica per via orale, dopo la quale verrà ripetuto il tampone.

Se il tampone per lo streptococco B risultasse ancora positivo ad una eventuale rottura delle acque (di cui lo streptococco B può essere la causa stessa), a quel punto sarà necessaria somministrazione endovenosa di penicillina per prevenire un contagio materno-fetale. Lo stesso vale non appena inizia il travaglio.

Infatti il rischio di trasmissione ascendente in questi due casi diventerebbe molto alto ed fondamentale evitare che attraverso le membrane o durante il parto si verifichi una trasmissione verticale al nascituro, le cui difese immunitarie non sarebbero in grado di prevenire i danni di questa infezione.

Le complicanze più più temibili di una contaminazione fetale da streptococco B sono polmonite, meningite, sepsi, danni cerebrali permaneti ed in alcuni casi morte fetale o neonatale.

Se la somministrazione di penicillina è avvenuta tempestivamente (almeno 4 ore prima del parto) il rischio di trasmissione dello streptococco B è notevolmente ridotto. Qualora non siano trascorse le 4 ore sarà necessaria una somministrazione antibiotica anche al neonato.

Con i dovuti controlli e le terapie in gravidanza spesso si riesce a tenere sotto controllo l’infezione materna da streptococco B.

Ci sono alcuni fattori associabili ad un maggiore di contagio neonatale da streptococco B: la rottura delle acque prima delle 37 settimane, segni materni dell’aggravarsi dell’infezione (come il rialzo della temperatura), precedente figlio con infezione da streptococco B.

I segni di un contagio neonatale da streptococco B possono manifestarsi entro 72 ore di vita con iperpiressia ipotensione, tachicardia difficoltà respiratorie, irritabilità inappetenza e chiazze diffuse sul corpo. Più raramente entro sei giorni, solitamente nei casi di meningite.

Purtroppo raramente potrebbero esserci neonati infettati da streptococco B anche dopo aver preso tutte le dovute precauzioni. In questi sfortunata evenienza non resta che affidarsi alle cure antibiotiche neonatali che talvolta si rilevano risolutive e senza sequele.