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La Rosolia in gravidanza: quali sono i rischi e come prevenirla

la Rosolia fa parte delle malattie esantematiche, quelle che si manifestano cioè con eruzioni cutanee e si contraggono solitamente in tenera età, risolvendosi spontaneamente in due tre settimane senza conseguenze.

Se contratto in gravidanza invece il virus della Rosolia può essere trasmesso al feto per via transplacentare creando danni al nascituro, che potrebbe manifestare la sindrome da Rosolia congenita.

La sindrome da Rosolia congenita può interessare vari organi, comportando malformazioni cardiache, cecità, sordità, ritardo mentale, problemi al fegato e al midollo osseo.

Il rischio di trasmissione feto-placentare è alto prima della dodicesima settimana e dopo la ventottesima, e in caso di presenza del virus nel sangue materno, è verificabile attraverso l’amniocentesi.

Come si contrae la Rosolia? Le vie di trasmissione di questo virus sono i liquidi biologici. In assenza di anticorpi contro la Rosolia è sufficiente la saliva di un bambino o respirare uno starnuto di una persona contagiata per esserne infettati.

La Rosolia ha un periodo di incubazione di circa 2-3 settimane, nel quale non compaiono ancora i sintomi e il virus è altamente contagioso. A seguire, nella fase clinicamente manifesta, si può avere febbre, linfoadenopatia, dolore articolare ed eruzione cutanea che si risolve spontaneamente in pochi giorni. Nella settimana successiva alla guarigione si può essere ancora contagiosi.

Come prevenire questo contagio?
Molte donne per fortuna hanno già contratto la malattia da bambine oppure hanno fatto il vaccino, sviluppando quindi gli anticorpi IgG necessari a proteggere l’organismo da questa infezione.

Nei casi dubbi, per assicurarsi di possedere davvero questi anticorpi è sufficiente un esame chiamato Rubeo-test. L’ideale sarebbe effettuare però un esame del sangue, il complesso TORCH prima ancora di concepire.

Questo esame fondamentale se si vuole programmare una gravidanza , ma viene effettuato in ogni caso di routine in tutti i trimestri.

Il complesso TORCH infatti ci permette di conoscere il nostro assetto anticorporale verso la toxoplasmosi, il citomegalovirus, la rosolia e l’herpes virus, malattie che è importante non contrarre in gravidanza.

Ecco perché questo esame rientra nelle prestazioni sanitarie gratuite e se effettuato in epoca preconcezionale ha un particolare valore per la Rosolia, perché per questa infezione è possibile effettuare un vaccino.

Il vaccino va effettuato almeno un mese prima del concepimento in tutte le donne che non posseggono anticorpi contro la Rosolia. Se la gravidanza è già in corso e si scopre di non avere anticorpi IgG bisognerà prestare attenzione al contatto con le persone, sopratutto con i bambini anche se non manifestano ancora i sintomi.