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Tablet e smartphone non fanno bene ai bambini: ecco il perché

Quante volte ci siamo chiesti se la tecnologia è nociva per i nostri figli? Le ultime ricerche hanno rivelato che i videogiochi fanno bene se usati solo un’ora al giorno, ma non si può dire la stessa cosa dell’utilizzo di tablet e smartphone. Quest’ultimi fanno ormai parte del nostro quotidiano e i più piccoli ne entrano subito in contatto, tanto che secondo alcune statistiche la prima parola che dice un bambino è proprio “tablet”. Ma il problema sembra più serio di quello che pensiamo e sono tante le insidie che si nascondono dietro i nostri dispositivi portatili.

Secondo una ricerca del Cohen Children’s Medical Center di New York per imparare a parlare, manipolare oggetti e relazionarsi con gli altri non c’è niente di meglio delle parole di mamma e papà e dei giocattoli tradizionali. Lo studio americano si basa sull’analisi di 63 coppie, i cui figli hanno avuto il primo contatto con un dispositivo a schermo tattile a 11 mesi di età e per 17.5 minuti al giorno, con punte di 4 ore.

Ma cosa fanno principalmente i bambini quando hanno tablet e smartphone tra le mani? Sembra che le attività principali siano quello di guardare show, usare diverse app, premere a caso lo schermo e fare giochi non educativi. Questo ha portato, come sostiene la ricerca americana, molti genitori a convincersi che l’uso del dispositivo mobile produca un beneficio nell’educazione dei piccoli. A quanto pare non è così e lo dimostrano i test cognitivi che appurano come non ci sia nessuna differenza tra i bambini tecnologici e quelli che non lo sono. Anzi, c’è di più, sembra che nei piccoli che giovcano con app non educative ci sia un ritardo nel linguaggio.

Dunque, è sbagliato dare ai bambini come giocattoli i vari smartphone e tablet. I medici hanno consigliato di non far usare dispositivi mobili fino ai due anni d’età e continuare quindi con i giocattoli più tradizionali.