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13 cose che solo le madri di figli maschi comprendono

Il figlio maschio, si sa, è il cuore debole della mamma e quando è piccolino incarna perfettamente il ruolo di principino di casa, trasformandosi poi in cavaliere pronto a difendere la sua famiglia, fino a diventare completamente uomo. Ogni giorno il bambino viene cresciuto con amore da una madre che ha il dovere di insegnargli il rispetto verso il sesso femminile ed il coraggio nei confronti della vita, ma certo è che allevare un maschietto, per una donna, non è sempre facile; ecco quindi una lista di 13 cose che solo le madri di figli maschi comprendono.

  1. Il rapporto madre figlio: nella maggior parte dei casi i bambini sono molto più “mammoni” delle bambine ed è quindi importante evitare di creare quel rapporto morboso che potrebbe un giorno provocare una difficoltà di distacco, con conseguenti problematiche sentimentali per lui che vorrà sempre e solo le coccole materne molto di più di quelle della compagna, perciò madri, attenzione a non esser sin troppo iperprotettive.
  2. Il modo di giocare: il pargolo in questione potrà anche esser il bimbo più buono del mondo, un Gandhi in miniatura per intenderci, ma sta di fatto che è innato nel sesso maschile il riuscire a far scontrare due giocattoli con scopo ludico, o ancora saltare in mezzo alle pozzanghere, correre e arrampicarsi senza importarsi dei vestiti che si indossa, perché per loro conta l’eterno movimento e quindi non stanno mai fermi.
  3. Le cadute: sono all’ordine del giorno, specie per i primi tempi in cui inizia a camminare, poi una volta presa padronanza dei propri passi, i salti pericolosi faranno sì che graffi e botte in testa, arrecheranno un tal spavento da correre addirittura anche al pronto soccorso.
  4. La confusione in casa: costruzioni, aerei, trenini, macchinine ecc. invadono costantemente le camere dell’appartamento, trasformando il corridoio in una mega pista di atterraggio o peggio ancora da corsa, così camminare è impossibile a causa degli ostacoli ludici presenti sul pavimento.
  5. La scoperta perenne: sia i maschietti che le femminucce amano scoprire ciò che li circonda, ma l’ometto di casa fisserà l’oggetto in questione per molto tempo, per capire come funziona, come è fatto e a cosa serve, per poi impadronirsene con padronanza manuale e costruttiva personale.
  6. La distrazione rispetto alle femminucce: se si vuol fare un paragone fra un bambino e una bambina, certamente il primo fa meno attenzione a determinate cose, e questo perché ha sempre voglia di fare altro di più importante.
  7. Il vestiario: se si è invitati ad una festa, spesso le madri delle figlie femmine dicono a quelle dei maschi che per loro non ci sono problemi di abiti basta fargli mettere una camicia ed un pantalone ed il party è fatto!.Invece no, ogni genitrice di un ometto guarda incantata e con invidia le vetrine dei negozi per bambine, innamorandosi di gonne e fermagli e pensando di non poter mai acquistare cose del genere, accontentandosi quindi di quei 3 capi classici e poco colorati per i propri pargoli.
  8. Una cultura di supereroi: ben presto la mamma di un maschio imparerà il nome di ogni combattente o eroe sviluppando una conoscenza degna di nota.
  9. La fase sportiva e quella musicale: a meno che il bimbo non venga subito catturato da una particolare passione o disciplina, ne passerà di tempo prima che lui scelga l’attività giusta, che ovviamente verrà seguita solo dopo averle provate o almeno viste tutte in tv. Così ore di partite di calcio, o di gare di nuoto, verranno accompagnate dal suono di una chitarra o della batteria.
  10. La differenza anatomica: prima o poi arriverà quel momento in cui il figliolo si rende conto di avere qualcosa in mezzo alle gambe con cui giocare, e ancora se pensavate che dopo l’allattamento il bimbo si fosse dimenticato definitivamente del seno, sbagliate perché si ricorderà magicamente del petto materno, volendolo toccare e facendo domande specifiche sulle diversità fra i due generi sessuali.
  11. La pipì: la fortuna di avere un maschietto sta anche nella praticità di fargli fare questo bisogno primario senza farlo appoggiare a dei putridi bagni pubblici, infatti, se urge improvvisamente, non bisogna cercare un locale chiuso, ma la si può far fare in piedi vicino ad un alberello. La sua pipì, però, non sempre centrerà la tazza di casa e questo sarà motivo di perenne rimprovero.
  12. Le preoccupazioni future: ogni genitrice ha paura che un giorno il figlio possa diventare uno scapestrato, pretendendo la motocicletta, dando problematiche scolastiche, esagerando alle feste con gli amici ecc. Insomma le ansie sono molte.
  13. Abbracci forzati: se da un lato si vuol evitare di risultare affettuose in modo paranoico, creando come scritto prima figli mammoni, bisogna però metter in conto che ci sarà quella fase della vita in cui l’ex bambino di un tempo, ormai ragazzo, faticherà ad abbracciare e baciare la mamma in pubblico; ma pure questo sarà un momento passeggero, perciò state tranquille.