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Perché parlare ai neonati è importante

Parlare ai neonati è importante

Sebbene il bambino non possa rispondere e apparentemente non comprenda, è importantissimo parlargli durante i primi mesi di vita. Mentre il neonato comunica con noi con il pianto, l’adulto si rivolge a lui con la voce e quindi con la parola. Il neonato riconosce la differenza tra una voce e l’altra. Egli associa la voce della mamma alla cura, all’ascolto, all’essere accolto ed accudito. La voce della mamma rasserena il bimbo.

L’importanza dello sguardo e dei piccoli gesti

Fin dai primi momenti dopo la nascita il contatto con la figura materna è fondamentale.
Il bambino conosce il mondo mediante le attività motorie che lo mettono in relazione con la realtà e generano effetti sensoriali regolari“, sostiene John W. Santrock, insegnante di Psicologia dello Sviluppo nel Texas e autore di best seller. I bambini apprendono il mondo attraverso i loro sensi, per cui ognuno dei cinque sensi diventa fondamentale: dal tatto al gusto, passando per l’udito.

Comunicare con il bambino in libertà

È importante lasciarsi andare nella comunicazione con il bambino: quindi sì alle vocine e alle vocalizzazioni. Diamo libero sfogo alle canzoncine cantate, alle filastrocche e alle rime. Il bambino riconosce le canzoni semplici e ad esse tende a reagire con larghi sorrisi! In questo modo è possibile stimolare l’apprendimento del linguaggio adulto nel bambino.

Parlare ai neonati è importante

Comunicare semplificando

L’adulto adatta il proprio modo di comunicare a quello del bambino. Egli tende a semplificare la propria lingua madre così da renderla fruibile anche al piccolo. Questo tipo di linguaggio – chiamato baby-talk e diffuso in diverse culture – utilizza diminutivi, vezzeggiativi e parole semplificate: “bua” al posto di “male” oppure “ninna” al posto di “dormire”.

Adattare il modo di parlare al piccolo serve a migliorare gli effetti della comunicazione: posti sullo stesso piano, i due riescono a comunicare in maniera efficace.

L’importanza del linguaggio non verbale

È importante cercare il contatto visivo con il piccolo, parlando in modo chiaro e non frettoloso. Un ulteriore momento da condividere con il bambino potrebbe essere quello del ballo. L’adulto può ballare con il piccolo oppure tenerlo in braccio se quest’ultimo ancora non riesce a mantenersi in equilibrio.

Così facendo, il piccolo avvertirà anche il contatto con le braccia del genitore, oltre al ritmo stesso della musica. Parlare continuamente al neonato – utilizzando sia il linguaggio verbale che quello non verbale – stimola in lui l’apprendimento delle modalità di conversazione adulta ed il rispetto dei turni durante il dialogo.

Di che cosa si può parlare con il neonato?

Non esiste una regola precisa: non ci sono argomenti da preferire ad altri. Certamente l’adulto dovrà scegliere parole semplici da rivolgere al bambino. Ad esempio, proviamo a descrivergli i gesti che stiamo compiendo, come il cambio del pannolino. Diamo un nome ad ogni azione. Può essere utile accompagnare ogni operazione con una frase.

Parlare ai neonati è importante

“E se non riuscissi a capire le risposte del bambino?”

Può capitare di non comprendere quello che il bambino ci sta comunicando. In fondo lo conosciamo da poco e con alcune questioni dobbiamo ancora prendere confidenza. In questo caso non facciamoci prendere dal panico!

Proviamo a chiedergli, ad esempio, “Perchè piangi?” e tentiamo di scoprirne le cause: “Forse ti sei sporcato? Hai male alla pancia?”. Sebbene lui non possa rispondere, capirà che la sua mamma sta tentando di entrare in contatto con lui per aiutarlo ad uscire da una situazione di disagio.

Inoltre, crescendo, comprenderà anche che la mamma potrebbe non riconoscere subito il motivo dei suoi pianti e quindi sarà lui a doversi esprimere in maniera sempre più chiara.

Alcuni consigli sulla comunicazione con il bambino

Durante la comunicazione con il neonato, è importante abituarsi a dare un nome agli oggetti che ci stanno intorno. Il bambino impara ad apprezzare la melodia dei suoni e, più tardi, sarà lui a voler sperimentare quegli stessi suoni imparando a chiamare ogni cosa con il suo nome.

Anche le parti del suo corpo hanno un nome. Impariamo a chiamarle nel giusto modo mentre, ad esempio, viene cambiato il pannolino. Il momento del cambio è un momento di grande intimità.

Il consiglio, infine, è di parlare il più possibile al neonato, abituandolo così alla propria voce. Non vi sono regole universali da dare alle neomamme: lasciatevi guidare dal vostro istinto, incoraggiando la comunicazione!