Lacerazioni da parto

Tamponi in gravidanza: quali fare e quando

Tamponi in gravidanza

I tamponi vaginali in gravidanza si eseguono in prossimità del parto, oppure in qualunque momento della gravidanza se si sospetta un’infezione; il tampone in gravidanza, per eccellenza, è quello per la ricerca dello streptococco beta emolitico, che si esegue tra le 36 e le 37 settimane di gestazione. Tuttavia le infezioni vaginali in gravidanza sono comuni, specie perché la flora batterica subisce una serie di modificazioni, soprattutto ormonali.

La vagina in gravidanza cambia il suo pH per aumento della quantità di estrogeni circolanti, e quindi l’ambiente batterico viene alterato; pertanto la presenza di bruciore in gravidanza, prurito, o secrezioni maleodoranti richiede sempre un accertamento di laboratorio. In tal senso è possibile eseguire un tampone specifico nel corso dei 9 mesi e stabilire una terapia mirata e risolutiva.

Streptococco

Lo streptococco è un batterio gram-positivo molto diffuso e spesso innocuo. Le infezioni da streptococco diventano significativamente pericolose durante la gravidanza e soprattutto al momento del parto; il motivo è legato al contagio verso il nascituro. Tra gli streptoccocchi emolitici spiccano lo streptococco di tipo a, chiamato anche pyogenes, e lo streptococco di tipo b, ovvero agalactiae.

Tampone vaginale

Il tampone vaginale in gravidanza può essere eseguito anche in caso di sospetta Candida, o di Trichomonas, che recentemente è stato correlato al parto pretermine (rottura prematura delle membrane). Il tampone deve essere eseguito in profondità verso i fornici vaginali, anche con l’ausilio di uno speculum, perché non è un tampone superficiale (tampone vulvare).

Tampone vaginale

Streptococco sintomi

I sintomi dello streptococco sono praticamente inesistenti, visto che il batterio non si comporta come patogeno. Quindi non vi sono perdite, bruciore, arrossamento che sono tipiche di altre infezioni in gravidanza o fuori. Questo perché lo streptococco è parte della flora saprofita, cioè normalmente presente nell’intestino e nell’ambiente vaginale.

Streptococcus agalactiae

Lo streptococcus agalactiae in gravidanza è indagato attentamente e i motivi sono legati all’aumentato rischio di trasmissione al nascituro. Eppure l’infezione non attraversa la barriera placentare, quindi il contatto non avviene nell’arco dei 9 mesi, dove il feto è protetto dalle membrane; però, se le membrane si rompono, aumenta anche la possibilità di contagio e infezioni nel neonato.

Streptococco beta emolitico

Il contagio dello streptococco determina problematiche neonatali, come shock, polmonite, meningite, gravi danni cerebrali permanenti e in casi rarissimi anche la morte. Il batterio attacca le vie respiratorie, urinarie e la pelle, ma viene curato con la terapia antibiotica per evitare che aggravi le condizioni cliniche.

Streptococco in gravidanza

Lo streptococco vaginale giunge dalla madre al piccolo mediante rottura delle membrane prima delle 37 settimane, parto dopo 12-18 ore dalla rottura delle membrane, o precedente figlio affetto da streptococco beta emolitico. L’innalzamento della temperatura corporea materna richiede una terapia farmacologica tempestiva.

Tampone

Chiamare tampone vagino-rettale quello che normalmente è un tampone vaginale e rettale è scorretto; nel primo caso sembra che il prelievo sia unico, ma in realtà si tratta di due tamponi distinti e separati. Il momento del prelievo non avviene in modo sterile, ma sarà accortezza dell’Ostetrica o del Medico di non contaminare i due campioni; il risultato infatti potrebbe essere falsato.

Tampone

Tampone rettale

Il tampone rettale, rispetto a quello vaginale, può anche non essere eseguito; se da un lato la probabilità di contagio è aumentata per la mucosa vaginale, nel retto è più probabile che il batterio arrivi dall’intestino. In poche parole è più probabile una positività dei tamponi rettali, piuttosto che vaginali, quindi si creerebbe allarmismo per una patologia del tutto “normale”.

Tampone cervicale

Oltre ai tamponi vaginali sussiste la possibilità di eseguire i tamponi al collo dell’utero. Alcuni medici preferiscono non eseguire un tampone cervicale in gravidanza perché hanno paura di urtarne la continenza e quindi la gestazione; in realtà la gravida rischia ugualmente una cervicite, al pari di una donna non incinta, e quindi trascurare l’infezione appare più rischioso dell’inserimento di un tampone piccolo come un cotton fioc.

Infezione da streptococco

L’infezione da streptococco è conclamata con la presenza di un tampone vaginale positivo. L’antibiotico per lo streptococco è l’ampicillina, che si esegue generalmente a inizio di travaglio di parto; al contrario se vi è una rottura delle membrane la somministrazione antibiotica, secondo Linee Guida, viene anticipata prima che inizino le contrazioni per dare il tempo al farmaco di fare effetto.