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Gravidanza e autismo: come sono legate le due cose

Gravidanza, esiste un legame tra autismo e salute: lo studio

L’autismo e le infezioni materne in gravidanza potrebbero essere due fattori strettamente legati. Lo sostengono non uno, ma ben due studi scientifici. Secondo quanto emerge dalle ricerche, le donne che durante la gravidanza sono colpite da infezioni gravi – tanto da essere ricoverate in ospedale – correrebbero un rischio più alto di avere bambini autistici.

Due studi condotti nel Massachusetts

Il primo studio è stato condotto dal Massachusetts Institute of Technology (MIT); l’altro dalla Scuola di Medicina dell’Università del Massachusetts. Entrambi sono stati pubblicati sulla rivista Nature e riportati dal portale Universo Mamma. Anche se le indagini sono state condotte sui topi, gli studiosi sarebbero arrivati ad una sensazionale scoperta.

La dottoressa Gloria Choi, membro del McGovern Institute for Brain Research all’MIT, ha fatto sapere di “aver identificato una discreta regione del cervello che sembra sviluppare tutti i comportamenti associati con questo particolare modello di disturbo dello sviluppo neurologico“.

Il legame tra gravidanza ed autismo

Non solo: gli scienziati rivelano che se questi studi potessero essere svolti su essere umani, si potrebbero altresì sviluppare possibili metodi di prevenzione – come lo blocco della funzione di alcuni ceppi di batteri presenti nell’intestino della madre – per diminuire il rischio di autismo.

Ricerche già nel 2015

Già nel 2015, i ricercatori Choi e Jun Huh della Scuola di Medicina dell’Università del Massachusetts avevano scoperto che un tipo di cellule autoimmuni, conosciute come cellule Th17, e la loro molecola effetrice, chiamata IL-17, erano responsabili di questi effetti sui topi.

Queste cellule avevano la possibilità di alterare lo sviluppo cerebrale del feto e contribuire all’insorgenza di comportamenti caratteristici dell’autismo. La molecola IL-17, in particolare, andava ad interagire con i recettori presenti sulle cellule cerebrali nel feto in via di sviluppo, portando delle irregolarità, in determinate parti della corteccia, i cosiddetti patches (cerotti).


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Conclusioni

I suddetti studi sono giunti alla conclusione che questi patches sono responsabili delle anomalie comportamentali osservate nei topi – tra cui i comportamenti ripetitivi e quelli che compromettono la socialità – rinvenibili anche nei soggetti autistici della specie umana.