il mantenimento della gravidanza: immunotolleranza materno fetale

Il mantenimento della gravidanza: che cos’è l’immunotolleranza materno fetale

Il miracolo della vita

La fecondazione è il processo attraverso il quale due cellule sessuali (gamete maschile e gamete femminile) si fondono a formare una sola cellula (lo zigote). Lo zigote (il futuro embrione), possiede i geni di entrambi i genitori, metà delle informazioni provengono dal padre e l’altra metà gli viene data dalla mamma. Avvenuta la fecondazione, lo zigote comincia a dividersi in varie cellule sempre più piccole ed inizia il suo viaggio verso la cavità uterina. Qui avrà a disposizione tutto quello di cui ha bisogno: nutrimento, calore, amore, protezione e benessere. Tre giorni dopo la fecondazione, il prodotto del concepimento raggiunge finalmente la cavità uterina. Da qui ha inizio una nuova fase molto importante: l’impianto. È solo da questo momento in poi che si può parlare di gravidanza.

La trasformazione dell’endometrio

Che cos’è l’impianto? E come si verifica? L’impianto è la penetrazione del prodotto del concepimento nella mucosa interna dell’utero. Al di fuori della gravidanza, questa mucosa prende il nome di endometrio. Avvenuta la fecondazione essa subisce una trasformazione detta “reazione deciduale” e prende il nome di decidua basale. Le modifiche che avvengono sono necessarie per venire incontro alle esigenze della gravidanza e consentire la crescita e lo sviluppo dell’embrione.

Numerosi studi hanno evidenziato che le cellule della decidua contengono al loro interno una grande quantità di Laminina. La Laminina è una glicoproteina che svolge un’attività di “ancoraggio”. Il prodotto del concepimento giunto nell’utero riesce a capire dove “attaccarsi” grazie alla presenza di questa glicoproteina e si attacca ad essa servendosi delle “integrine“.

È come per i mattoncini della Lego: la laminina è il mattoncino presente nell’utero. L’integrina è il mattoncino che presenta l’embrione. Questo fenomeno di “ancoraggio” è fondamentale per il proseguimento della gravidanza.

Immunotolleranza materno fetale

Il mantenimento della gravidanza è regolato anche da una serie di attività immunomodulatorie, regolate cioè dal sistema immunitario. Abbiamo detto che l’embrione è un individuo diverso dalla madre, in quanto possiede un DNA che contiene anche geni di origine paterna.

Sappiamo, inoltre, che se il nostro corpo si accorge della presenza di “qualcosa” che non gli appartiene (non self), produce contro questo organismo “estraneo” degli anticorpi. L’azione degli anticorpi è volta ad eliminare gli “ospiti” indesiderati.

Perché questa cosa non si verifica durante la gravidanza? Come fa il corpo materno a non produrre anticorpi contro l’embrione, ma anzi a nutrirlo amorevolmente? Si potrebbe ipotizzare una immunosoppressione generica della madre. All’inizio, infatti, si pensava che durante la gravidanza si abbassassero le difese immunitarie materne. In realtà, si è scoperto che si tratta di un meccanismo selettivo rivolto agli antigeni fetali non self. Vediamo nello specifico cosa si verifica.

Una particolare stipite di linfociti materni, le cellule NK (Natural Killer), al di fuori della gravidanza ha il compito di riconoscere l’HLA self, essenziale per la funzione immunitaria. Le NK, infatti, inducono la morte delle cellule non self presenti nel nostro corpo.

È strabiliante vedere come durante la gravidanza, queste stesse cellule, smettono di produrre fattori che determinano la distruzione delle cellule ed iniziano a produrre fattori proangiogenici. Questi fattori sono utili a favorire una modifica del letto vascolare uterino, mediante la formazione anche di nuovi vasi. La loro azione è indispensabile per le trasformazioni placentari che favoriranno gli scambi tra madre e feto durante la gravidanza.

La tolleranza materna nei confronti del feto è un evento chiave in ostetricia. Basti pensare che l’80-90% circa degli aborti che avvengono nel I trimestre è di ordine immunologico.

Un’altra azione immunomodulatoria che garantisce il mantenimento della gravidanza è svolta dal Progesterone.

Infine, il meccanismo più importante di tolleranza materno fetale risiede nel fatto che il trofoblasto non possiede l’MHC convenzionale. L’MHC (complesso maggiore di istocompatibilità) di classe I è presente in tutte le cellule ed è diverso per ciascun individuo. Si tratta di una famiglia di geni che codifica per una importante categoria di proteine.

Le proteine prodotte sono coinvolte nel riconoscimento delle cellule non self e nell’educazione delle cellule del sistema immunitario specifico. L’embrione possiede un MHC appartenente ad altri sistemi. Questo fa si che si comporti come un vaccino. Impedisce al corpo materno di riconoscere come non proprie (non self) le cellule dell’embrione.

Se c’è questo equilibrio, il miracolo della gravidanza diventa possibile.