Battito cardiaco fetale: come monitorare il cuoricino del bambino

Battito cardiaco fetale

Monitorando il battito cardiaco fetale è possibile tenere sotto controllo il benessere del piccolo nel corso della sua vita intrauterina. Già a partire dalla prima ecografia in gravidanza si può rilevare il battito del cuore dell’embrione. Tra l’altro quando si sente il battito, per i genitori è sempre una grande emozione, soprattutto all’inizio della gravidanza. In tale fase, infatti, questo è l’unico modo per percepire il proprio bambini, considerando che non sono ancora vigorosi e percepibili i suoi movimenti.

5 settimana di gravidanza

Generalmente è proprio nelle prime 7 settimane di gravidanza che si ricorre alla prima ecografia, per accertare la presenza di una gravidanza dopo un test positivo. In occasione di questo esame si valuta la presenza dell’embrione, la sua vitalità, la localizzazione della camera gestazionale e la visita ginecologica.

6 settimane di gravidanza

Un embrione di 6 settimane si può visualizzare ecograficamente, insieme alla camera gestazionale con al suo interno il sacco vitellino. Quest’ultimo ha il compito di nutrire l’embrione fino alle successive evoluzioni, in cui sarà la placenta ad occuparsi della nutrizione fetale.

Feto 8 settimane

Una gravidanza di oltre 6 settimane coincide con molti cambiamenti, nonostante ci si trovi ancora alle prime settimane. Il cuoricino batte molto forte e in esso si possono già distinguere le valvole. Si vedono nitidamente le mani, i piedini e anche gli occhi. Naso e labbro superiore hanno cominciato a formarsi e il piccolo è grande più o meno come una noce.

battito cardiaco fetale

Feto 10 settimane

A partire dalle 10 settimane, il piccolo non viene più definito embrione ma feto. Cominciano a formarsi le palpebre, che serviranno a proteggere i bulbi oculari. I tratti del viso cominciano a evidenziarsi in modo più preciso. La sua lunghezza è di circa 2,5-3 centimetri, ma già si muove e apre e chiude la bocca. Inoltre il battito cardiaco è sempre più chiaro ed evidenziabile ecograficamente.

Feto 20 settimane

I battiti del cuore al minuto (bpm) sono evidenziabili aecograficamente ma non ancora mediante i tracciati cardiotocografici. I tracciati in gravidanza cominciano ad essere effettuati molto più in là. Il cardiotocografo, lo strumento usato per effettuare il tracciato in gravidanza, è dotato di due sonde che vengono appoggiate sull’addome della donna. Ovvero una sonda a ultrasuoni, per rilevare il battito cardiaco fetale.

Cardiotocografia

L’apparecchio traduce le variazioni del battito in un grafico, che viene stampato in forma cartacea. L’altra sonda serve invece a misurare intensità e frequenza delle contrazioni uterine. Si applica in corrispondenza del fondo dell’utero e viene fissata con una fascia aderente al pancione. Il sensore registra le variazioni di pressione della parete addominale dovute alle contrazioni. Anche questi dati vengono tradotti in un grafico stampato nel tracciato.

Se il bambino sta bene, il suo battito risulta variabile nel corso dei minuti in cui viene fatto il tracciato. È utile, inoltre, studiare le reazioni del battito alle contrazioni uterine. Se in corrispondenza di queste la frequenza cardiaca fetale subisce brusche decelerazioni, o c’è un battito cardiaco basso può voler dire che il nascituro è stressato.

I vari dati vanno rapportati al momento della gravidanza in cui ci si trova. La cardiotocografia è utilizzabile a partire dalla 30esima settimana di gravidanza, ma di norma è raccomandata dalla 37esima.

Salvo indicazioni specifiche, si ripete l’esame una volta a settimana. Ogni sessione di monitoraggio ha una durata di un quarto d’ora o mezz’ora. La frequenza del battito cardiaco fetale è superiore a quella di un adulto sano. Intorno alle 8 settimane di gravidanza, quando in genere per la prima volta si possono osservare le pulsazioni del cuoricino con l’ecografo, la frequenza si aggira intorno ai 100 bpm.


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A 10 settimane, sale a circa 175 bpm e a 15 settimane, circa 150. Alla 20esima settimana la frequenza media è di 140 bpm e al termine della gravidanza è di circa 120 bpm. Il battito del bambino è destinato poi a rallentare progressivamente nel corso degli anni fino alla pubertà.