allattamento al seno

Allattamento: 10 cose importanti da sapere

1- Il latte, alimento perfetto

Allattamento al seno, sì o no? Il dibattito è continuo e ognuno mette avanti i suoi pro e contro. A rispondere definitivamente è la Società Italiana di Neonatologia che sostiene che il latte materno sia l’alimento perfetto per il neonato, che nel migliore dei casi dovrebbe essere alimentato esclusivamente al seno almeno fino a 6 mesi di vita. Ovviamente, se dovessero sopraggiungere problemi non ci si deve sentire in colpa se non si riesce ad allattare, il latte in formula è migliorato notevolmente nel tempo, tanto che oggi è divenuto un ottimo alimento.

allattamento al seno

Vediamo insieme una lista dei benefici dell’allattamento al seno:

  • permette alla neo mamma di recuperare il peso forma il prima possibile dopo il parto;
  • riduce, nella donna, il rischio di cancro alla mammella e alle ovaie;
  • contribuisce a creare un legame solido tra mamma e figlio;
  • se rispetta la giusta temperatura e le corrette condizioni igieniche, è perfetto per soddisfare i bisogni della crescita del bambino perché il latte inizialmente è acquoso, poi assume proteine e zuccheri e poi acquista grassi, quindi varia e offre un’alimentazione completa;
  • aiuta a colonizzare i germi “buoni”, che vanno a rinforzare il sistema immunitario;
  • permette di tenere sotto controllo la temperatura del bambino;
  • calma il pianto.

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2- Iniziare bene l’allattamento

Chi ben comincia è metà dell’opera, quindi, per una bella esperienza di allattamento al seno (cosa estremamente faticosa per ogni donna), è fondamentale iniziare bene! E come tutte le storie migliori, si comincia dall’inizio: la prima ora del bambino vale…oro, ecco perché è chiamata anche golden hour. Ormai in quasi tutte le strutture il bimbo neonato viene messo subito a contatto con la sua neo-mamma, per innamorarsi e gattonare (esatto, il bimbo appena nato gattonerà sulla mamma) verso il seno, con la cosiddetta breast crawl. Nelle prime ore subito dopo il parto, l’istinto di suzione del bimbo è al massimo grazie all’ossitocina, ormone dell’amore, che lo rende sveglio e attivo: si attaccherà immediatamente, in un contatto che non dimenticherà più.

Nei primi giorni di questo nuovo inizio non ci sarà ancora la montata lattea ma solo colostro: sarà sufficiente al tuo bambino, sarà la prima fonte di energia disponibile fin da subito, la prima scorta contro i batteri presenti nel nuovo ambiente chiamato “mondo”, sarà un lassativo per l’eliminazione del meconio, in modo da evitare innalzamenti di bilirubina e quindi l’ittero. Al bimbo, ora, serve solo il colostro e il contatto con la mamma.

allattamento post parto

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3- Le posizioni dell’allattamento e un giusto attacco

Ci sono varie posizioni di allattamento e possibilità di attaccare il neonato al seno, che possono variare nel tempo per contingenze esterne o per praticità. La prima cosa da garantire, però, è che la mamma riesca ad essere comoda e rilassata, poi sceglierà la sua posizione preferita. Ecco qui un’immagine che illustra i principali modi per attaccare un neonato al seno, ovvero culla, culla modificata, posizione rugby e sdraiata su un fianco.

posizioni allattamento

Per quanto riguarda, invece, l’attacco del bambino, è importante che:

  • l’orecchio, la spalla e l’anca formino una linea e il bebè sia rivolto verso la mamma;
  • la bocca del bebè si trovi all’altezza del capezzolo;
  • la punta del naso e il mento tocchino il seno durante tutta la poppata;
  • il labbro superiore e inferiore siano rivolti verso l’esterno;
  • il braccio della mamma sia appoggiato e le spalle siano rilassate.

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4- Come mantenere pelle e capelli bellissimi anche dopo l’allattamento

Può capitare che negli ultimi periodi o al termine dell’allattamento, si perdano molti capelli e quelli che rimangono abbiano un colorito spento e siano secchi. Idem per la pelle: appare opaca, arida. Per riprendere lucentezza e vigore, un consiglio è quello di assumere integratori specifici, ma non tutte sanno che potrebbe bastare una corretta alimentazione! In particolare sono consigliati questi 3 alimenti:

  1. Uova. Ricche di vitamina B e soprattutto di zolfo, il minerale che entra nella composizione della cheratina, la sostanza di cui sono formati i capelli. È preferibile mangiare tre-quattro uova a settimana, scegliendo l’albume, che è la parte dell’alimento con il più alto tasso di zolfo. Consigliata, dunque, una frittata con un tuorlo e due albumi che aiuta a rafforzare la chioma.
  2. Legumi. Ceci, fave, lenticchie e fagioli sono ricchi di biotina, altra sostanza utile per rafforzare i capelli secchi e distendere la pelle dopo l’allattamento. Quattro porzioni di legumi alla settimana è la dose giusta, da consumare in modalità zuppa.
  3. Semi di zucca. Pure questi contengono lo zinco, che rende i capelli splendenti. Quanti mangiarne? Non più di dieci grammi, da consumare crudi oppure tostati. I semi, inoltre, mantengono sano il cuore, combattono i sintomi depressivi e favoriscono il sonno.

Per avere pelle e capelli sani è consigliato, oltre a questi tre alimenti, consumare tanta frutta e verdura, almeno tre porzioni al giorno, il top sarebbe arrivare a 5. Da non dimenticare poi l’acqua per una corretta idratazione.

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5- Cosa mangiare durante l’allattamento

Non ci sono alimenti specifici da consumare durante l’allattamento: è importante mantenere un’alimentazione più che mai sana ed equilibrata, assumendo regolarmente carne, pesce, latticini, cereali, legumi, frutta e verdura per garantire l’apporto di tutti i nutrienti e mantenere un livello ottimale di energie. In tal modo si potranno prendere minerali, vitamine, proteine e grassi da carne, pesce e latticini, mentre con il resto sarà soddisfatto il fabbisogno di fibre, vitamine e oligo elementi. Importantissimi anche gli oli vegetali crudi, come l’olio extravergine di oliva, che completano il quadro nutrizionale e sono un’ottima fonte di acidi grassi buoni e vitamina E. Non sottovalutiamo il ruolo dell’acqua! Forse non tutti sanno che costituisce l’80% del latte materno, oltre a regolare l’equilibrio idrosalino materno e a eliminare le scorie. Un’alternativa? Succhi di frutta senza zuccheri aggiunti e centrifugati freschi di frutta e verdura, ma sempre con moderazione perché comunque contengono fruttosio.

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Non ci sono cibi vietati, anche perché nella vita intrauterina il neonato si abitua già ai sapori! Se notiamo, però, che se mangiamo un determinato alimento il bambino poi è infastidito, eliminiamolo dalla dieta. Assolutamente da evitare l’alcool e limitare al massimo bevande con sostanze eccitanti, come tè e caffè. Stai cercando degli alimenti che favoriscono la produzione di latte? Consigliati i semi di anice – una tazza di infuso dopo i pasti – e i semi di finocchio, da 3 a 7 tazze di infuso al giorno.

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6- Problemi durante l’allattamento

Nonostante possa sembrare la cosa più semplice e naturale del mondo, allattare non è sempre semplice o piacevole, ci vuole tanta buona volontà e determinazione per rendere l’esperienza dell’allattamento un momento incantato tra mamma e figlio. I problemi principali dell’allattamento sono 4:

  • Ragadi. Sono dei veri e propri tagli che si formano sul capezzolo a causa di una conformazione non adatta o un’errata posizione del bambino al momento dell’attacco. Possono essere davvero molto dolorose e sanguinare ma è possibile risolvere il problema. Se non si riesce proprio ad allattare si può tirare il latte e offrirlo al bebè con il biberon, intanto si deve lasciare il seno scoperto il più possibile e curare le ferite con qualche goccia di latte materno: è curativo, lenitivo e cicatrizzante.
  • Ingorgo mammario. Si manifesta con gonfiore del seno, indurimento, pelle tesa e lucida e alcune volte con dolore e febbre. Il latte fatica a fuoriuscire perché vi è un’eccessiva tensione nei dotti galattofori – ovvero quelli che portano il latte. Le cause dell’ingorgo sono differenti: se si saltano alcune poppate, se si indossa un reggiseno stretto o se si dorme a pancia in giù. Per risolvere il problema e non farlo sfociare in mastite è bene tirarsi il latte per allentare la tensione. Se fatica troppo ad uscire si possono fare impacchi caldi e massaggi per ammorbidire il seno.
  • Blocco di un dotto galattoforo. La causa sono poppate poco frequenti o una rimanenza di latte dopo la poppata, che provocano un gonfiore localizzato fastidioso. Per evitarlo verifichiamo che, dopo la poppata, il bebè abbia svuotato bene il seno.
  • Mastite. È la degenerazione di un blocco, di un ingorgo o delle ragadi non curate, ma può venire anche per un urto al seno o temporaneo abbassamento delle difese immunitarie. Tra i sintomi più comuni c’è dolore localizzato, febbre alta, arrossamento al seno, spossatezza, nausea, mal di testa e di ossa. Anche in questo caso sono molto utili gli impacchi caldi e la spremitura manuale del seno o con il tiralatte che favorisce il riassorbimento della tumefazione.

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7- Fino a che età si deve allattare un bimbo?

Una volta avviato l’allattamento al seno per quanto tempo devi continuare ad allattare? Tre mesi? Sei mesi? Un anno? O più anni?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altri enti sanitari raccomandano alle madri di allattare esclusivamente al seno per i primi sei mesi di vita del bambino e di continuare a nutrirlo con il proprio latte, insieme ad altri alimenti, fino ad almeno due anni di età. Questo perché il latte materno non è semplicemente un alimento, ma anche un “conforto naturale” se il tuo bambino è preoccupato o stanco; inoltre, contiene componenti immunitari che aumentano considerevolmente ogni volta che si ammala. Ciò che è importante è che siano mamma e figlio insieme a stabilire i tempi dell’allattamento e se è giunto il momento di interromperlo o meno.

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8- Allattamento in pubblico tra remore e giudizi

Di allattamento al seno in pubblico si parla soprattutto in occasione di episodi in cui le madri vengono allontanate dai luoghi in cui stavano allattando i propri bambini. Per la maggior parte delle persone l’allattamento in pubblico non desta stupore né scalpore, al massimo un curioso interesse per un gesto divenuto raro nel nostro Paese. Qualcuno invece si scandalizza e si domanda in modo più o meno esplicito: ma allattare in pubblico è proprio necessario? Assolutamente sì! Il bambino allattato al seno deve essere libero di avere la sua poppata nel momento in cui ne ha bisogno, esattamente come qualsiasi adulto è libero di entrare in un bar o farsi uno spuntino quando ne sente la necessità. Di conseguenza, la mobilità delle donne non può essere ristretta a causa dell’allattamento.

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9- Si possono allattare i gemelli?

Quando arriva un bambino è sempre una grande gioia, che si raddoppia quando ne arrivano due! Certo, anche le difficoltà di “gestione” si moltiplicano e la stanchezza sarà tanta. Però, la buona notizia è che se lo desidera la neo-mamma di gemelli può allattare esclusivamente al seno, tenendo presente tutte le cose dette per l’allattamento di un solo neonato e trovando le tempistiche e posizioni migliori per allattare i due gemelli. La domanda più comune è: Il mio latte basterà? Assolutamente sì! Infatti, più latte viene richiesto dai bimbi e più la mamma ne produce. All’inizio potrebbe essere necessario una piccola aggiunta di latte artificiale per saziare i bimbi nell’attesa che il seno si abitui, ma con la giusta determinazione e organizzazione tutto è possibile! Ecco qualche immagine che mostra come allattare i gemelli.

allattamento gemellare

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10- Il latte artificiale

Comunque, esistono mille motivi per cui il bebè non può essere allattato al seno:

  • difficoltà della mamma;
  • difficoltà del neonato;
  • problemi di ordine logistico;
  • problemi personali;
  • problemi di salute.

Ad ogni modo, non c’è una motivazione più valida di un’altra e non è il latte che fa una brava mamma!

Nel caso in cui non avvenisse l’allattamento il bimbo potrà essere nutrito adeguatamente anche con il latte artificiale. In questo caso le attenzioni da seguire saranno diverse, in particolare le regole igieniche per la preparazione e nella cura del biberon. Anche per l’alimentazione con latte artificiale, il consiglio è quello di tenerlo sempre in braccio per favorire il contatto con la mamma e perché viva, durante i pasti, delle esperienze di affetto e rassicurazione.

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