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Olio di ricino per partorire: come stimolare il travaglio

Olio di ricino per partorire

Un tempo quando le donne chiedevano alle vecchie Ostetriche “come anticipare il parto” la risposta era l’olio di ricino a fine gravidanza; chiaramente deve essere una gravidanza a termine, per evitare che il parto avvenga prematuramente. L’effetto dell’olio di ricino in gravidanza non è supportato da evidenze scientifiche, poiché vi sono numerose controindicazioni. A cosa serve l’olio di ricino? Esso è un lassativo, e quindi favorisce l’attività intestinale e di riflesso anche quella uterina; da 36-37 settimane di gestazione ne veniva raccomandato un cucchiaino in un bicchiere di succo di frutta; il sapore infatti è molto sgradevole e quindi va addolcito in una bevanda a piacere per la futura mamma.

Quindi come partorire prima? Oggi non più con l’olio di ricino; infatti la Letteratura Scientifica si è espressa a riguardo, per bilanciare i benefici coi rischi, e la conclusione è che sarebbe meglio stimolare per tutta la gravidanza una buona funzionalità intestinale, evitando lo scombussolamento fisico dovuto all’olio di ricino stesso.

Olio di ricino

Come stimolare il travaglio

Se l’olio di ricino è caduto in disuso, come accelerare il travaglio di parto? Evitando di considerare le metodiche farmacologiche, prettamente ospedaliere, si può fare riferimento a metodi naturali e meno invasivi. Molte future mamme quando vogliono stimolare il parto vengono messe al corrente sull’importanza dei rapporti sessuali completi in gravidanza; infatti nel liquido seminale sono contenute le prostaglandine, che vengono usate nei farmaci che inducono il travaglio in Sala Parto.

Inoltre è buona norma per farsi venire le contrazioni, tenere presente l’efficacia della stimolazione dei capezzoli e degli impacchi di acqua calda; infatti entrambe queste procedure inducono la produzione di ossitocina endogena. Se poi si è seguite da un/una professionista si può procedere allo scollamento delle membrane amnio-coriali o alla digitopressione.