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Bibite light in gravidanza: rischio obesità infantile nel bambino

La correlazione tra obesità, sovrappeso e bibite “light”

Negli Stati Uniti, i National Institutes of Health, hanno evidenziato come il consumo di bibite dolcificanti in gravidanza, favorisce obesità e problemi di sovrappeso nella prole. Il campione è composto da 900 donne danesi, con una diagnosi di Diabete Gestazionale; da ciò è emerso che le consumatrici di bevande dolcificate, rispetto a donne che non possiedono questa abitudine, hanno un rischio di obesità nei figli del 60%. Al contrario il consumo di almeno 2 litri di acqua quotidiani riduce il rischio di patologie metaboliche nel nascituro.

Obesità nel bambino e gravidanza

Il bambino ha una probabilità maggiore di essere obeso già all’età di 7 anni se la donna in gravidanza assume almeno una bibita “ligh” (chiamate anche “soft drink” o “diet”); essi hanno un rischio aumentato, e maggiore anche di piccoli nati da madri con Diabete Gestazionale che hanno bevuto solo acqua in gravidanza. Lo studio, pubblicato su International Journal of Epidemiology segnala, inoltre, come il problema dell’obesità infantile sia grave; il motivo purtroppo è noto, e cioè la sua correlazione con altre patologie ingravescenti come diabete, ictus, cardiopatia ischemica e alcuni tumori.

La spiegazione dei ricercatori a questo fenomeno risiede nell’aumento di volume di liquido amniotico, correlato al consumo di liquidi materni; se la donna, per evitare di assumere troppe calorie, consuma bibite con dolcificanti artigianali (“zero calorie”) questi verranno automaticamente anche consumati dal feto. In passato si riteneva anche che queste bevande non favorissero l’incremento di peso, ma negli ultimi anni anche questo fenomeno è stato smentito; anzi proprio queste bevande sarebbero responsabili dei chili di troppo.

Obesità nel bambino e gravidanza

I risultati dello studio sulle bevande “light” in gravidanza

Cuilin Zhang, epidemiologo dello Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development (NICHD) dei NIH e autore della ricerca, smentisce i benefici delle bevande “light”; esse infatti non sembrano migliori delle normali bevande zuccherate, rispetto alle problematiche fetali che possono indurre. Le donne danesi, oggetto di studio, fanno parte di un database sulla gravidanza del Danish National Birth Cohort, dal 1992 al 2002; i dati sono stati raccolti mediante la compilazione di un questionario sulle abitudini alimentari a 25 settimane di gestazione.

In aggiunta, sono poi stati raccolti i pesi a 7 anni dei loro figli; da ciò è emerso che metà delle donne coinvolte assumeva bibite dolcificate nei 9 mesi. Il 9% delle altre riferiva almeno un light drink al giorno. Il 60% dei nati, nelle donne abituali consumatrici di bevande dolcificate, aveva un peso alla nascita alto; inoltre all’età di 7 anni, i bambini figli di madri che assumevano bevande light avevano una probabilità raddoppiata di essere in sovrappeso o addirittura obesi. Infine, il consumo di acqua riduce le patologie metaboliche del 17%.

Obesità: il ruolo del microbiota

La causa di fenomeni di obesità e sovrappeso, causati dal consumo di bibite con dolcificanti artificiali in gravidanza risiede nel microbiota intestinale; esso rappresenta tutti i batteri buoni che abitano il nostro intestino, aiutandolo nelle sue fisiologiche funzioni. Un’altra teoria “colpevolizza” queste bevande perché aumentano l’assorbimento di glucosio intestinale in maniera eccessiva; oppure ancora, essendo bevande leggere, non saziano e stimolano il senso di appetito, alterando i recettori del gusto.