foto_gravidanza_folati

Troppo acido folico in gravidanza aumenta il rischio di autismo

L’acido folico in gravidanza

Ginecologi e ostetriche raccomandano l’assunzione di acido folico, almeno un mese prima del concepimento. Se, però, quest’ultimo non fosse calcolabile, si incoraggia la somministrazione quanto più precocemente possibile. L’acido folico in gravidanza viene assunto per prevenire i difetti del tubo neurale, come la spina bifida, ovvero una rara malformazione della porzione terminale della colonna vertebrale che determina ernie del midollo spinale, incontinenza sia fecale che urinaria, e deficit del movimento per ridotta sensibilità agli arti inferiori. L’assunzione, secondo Linee Guida, prima della gravidanza e nel corso di essa è di 0,4 mg al giorno.

Acido folico e autismo

Nonostante l’assunzione di folati sia essenziale, un’analisi della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health suggerisce che l’eccesso di acido folico comporterebbe un aumento del rischio di autismo nel bambino; infatti, gli esperti hanno evidenziato che nelle mamme che hanno livelli elevati di acido folico dopo il parto, superiori di quattro volte il valore normale, la probabilità di patologie dello spettro acustico aumenta sensibilmente. Lo stesso discorso vale per livelli alti di vitamina B12, che sono dannosi poiché triplicano il rischio sempre di autismo nel nascituro.

Se entrambi i valori si mostrano elevati, il pericolo aumenta di 17,6 volte. Il folato (vitamina B) si trova in modo naturale nella frutta e nella verdura; la sua versione sintetica, ovvero l’acido folico, si usa per cereali e pane, e negli integratori vitaminici che normalmente si usano durante la gestazione. Fino ad oggi i benefici per il piccolo hanno superato i rischi, motivo per cui oltre all’alimentazione si da sempre una supplemento “farmacologico”.

Acido folico e autismo

Lo studio sui rischi dell’acido folico

Gli studiosi affermano: “Una supplementazione adeguata è protettiva: questa è ancora la verità con l’acido folico. Sappiamo da tempo che una carenza di folati nelle donne incinta è dannosa per lo sviluppo del suo bambino. Ma ora sappiamo anche che una quantità eccessiva può causare danni. Dobbiamo puntare a livelli ottimali di questa importante sostanza nutritiva”.

I dati dei ricercatori provengono da 1.391 coppie madre-figlio della città di Boston; il reclutamento delle madri è avvenuto al momento del parto tra il 1998 e il 2013. Successivamente è stato compiuto un monitoraggio dei livelli di folato nel sangue per svariati anni. Il risultato è stato che 1 donna su 10 aveva un eccesso di folati e il 6% di vitamina B12. Più della metà delle donne avevano assunto integratori multivitaminici per tutta la gestazione.

Lo studio della Johns Hopkins non è ancora stato pubblicato, anche perché visto il peso dei risultati fino a ora emersi, sarebbe opportuno approfondire attraverso nuove ricerche sul giusto dosaggio di acido folico. Il report verrà comunque presentato a Baltimora sul Meeting Internazionale dell’autismo.