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Parto naturale: meglio una lacerazione spontanea che un’episiotomia

Episiotomia

L’episiotomia è una procedura chirurgica a tutti gli effetti; essa è un’incisione, eseguita con forbici rette, a livello di vagina e perineo. In passato la sua pratica era molto più diffusa che ai giorni nostri, poiché si riteneva potesse prevenire alcune complicanze genito-urinarie dell’età adulta femminile. Rispetto all’evento parto, inoltre, la convinzione degli operatori ostetrici e ginecologi era quella che un taglio netto fosse meglio di lacerazioni spontanee e imprevedibili; esiste però una buona percentuale di donne che riportano lacerazioni vaginali e perineali, nonostante l’episiotomia stessa. In questi casi il dolore del parto aumenta e lede l’integrità psico-fisica della donna.

Lacerazioni spontanee del parto

Le lacerazioni spontanee sono assai frequenti e hanno un’eziologia multifattoriale; nel determinarle, infatti, incorrono diversi fattori spesso concomitanti: i tessuti materni, la modalità di spinta e soprattutto la gestione del parto stesso. Da anni ormai, la moderna Ostetricia non prevede più il classico parto in posizione supina ginecologica; altresì si incoraggiano posizioni libere che aiutino la donna a partorire in modo naturale e confortevole. La nascita è una questione di fisica, e va favorita la forza di gravità verso il basso piuttosto che da distesa; ciò facilita un migliore adattamento dei tessuti al passaggio del feto. Partorire in piedi, a carponi o sullo sgabello olandese determinerebbe una riduzione anche delle stesse lacerazioni spontanee.

La ricerca: episiotomia vs lacerazioni spontanee

Uno studio condotto dall’Università del Michigan ha smentito le convinzioni precedenti sull’episiotomia; il tutto sulla scia delle ultime Linee Guida. Se in passato si faceva l’episiotomia a tutte, oggi serve solo a favorire più celermente la fuoriuscita del feto in caso di sofferenza fetale. Lo studio ha riscontrato un aumento dell’autostima e una migliore ripresa dei rapporti sessuali dopo il parto a seguito di lacerazioni spontanee piuttosto che di episiotomia. Alla donna, infatti, poco importa della comodità del taglio o della sua presunta esteticità, ma preferisce il lato funzionale; l’episiotomia in tal senso, priva di una buona buona capacità di contestualizzazione, non è affatto utile.

Questa ricerca è la prima che indaga sulla percezione delle donne rispetto a questa procedura. La preoccupazione della Prof.ssa Ruth Zielinski, tra gli autori dello studio, è quella che la pratica chirurgica torni in voga; a essere coinvolte sono soprattutto tra le primigravide di tutto il mondo. Per tale ragione le donne scelte sono state 69 e a loro è stato chiesto come valutassero il loro corpo e la loro percezione sessuale dopo il parto. L’84% delle donne reclutate ha descritto il cambio corporeo in zona vaginale e anale, e di queste quelle che avevano subito un’episiotomia erano più scoraggiate delle altre. Il senso di inadeguatezza venuto a galla si ripercuote nella vita col partner e nelle normali attività quotidiane.

Le mamme di oggi hanno a cuore la loro forma fisica e il loro benessere. Esse notano meglio i cambiamenti e finiscono per farsene influenzare. Non va dimenticato che la lesione da episiotomia è paragonabile a una mutilazione genitale; essa inficia sulla sfera fisica e psichica della donna. Il tutto compromette la sua percezione sociale oltre che sessuale. Chi assiste il parto dovrebbe sempre tenere a mente quanto una pratica è potenzialmente dannosa per una mamma che nasce; le donne vanno ascoltate, capite e si deve ottenere un consenso informato a tutto ciò che viene eseguito sul loro corpo.