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L’integrazione di DHA in gravidanza non aumenta il quoziente intellettivo del bambino

L’integrazione di DHA non aumenta il QI a 7 anni di età

Il nostro sistema nervoso centrale necessita di omega-3 e omega-6. Ciò serve per aiutare lo sviluppo della retina e delle sinapsi, delle sezioni importantissime per la trasmissione degli impulsi nervosi. Il DHA (acido docosaesaenoico) è un acido grasso presente nel pesce, sardine, sgombro e in generale nel pesce azzurro. Lo troviamo in quantità minime nella carne, latte materno, vaccino, oli vegetali.

Proprio il DHA ha delle importanti funzioni neuro-protettive, antiallergiche, immunomodulatorie, antinfiammatorie ed antiossidanti.

In realtà, proprio la funzione protettrice nei confronti del sistema nervoso è quello che rende il DHA importante nella dieta quotidiana.

Secondo alcuni studi passati, questo acido si accumula in determinate zone cerebrali deputate alla memoria e all’attenzione. Spesso, in gravidanza, si consiglia l’assunzione di integratori alimentari con DHA proprio per effetti benefici sulla madre e sul feto.

In realtà, una recentissima pubblicazione afferma che l’integrazione con questo acido DHA non influisce effettivamente sul quoziente intellettivo del bambino all’età di 7 anni. Si tratta di una ricerca condotta nel South Australian Health and Medical Research Institute di Adelaide.

È stato eseguito uno studio randomizzato in cui un gruppo di donne aveva assunto in gravidanza integratori con DHA, mentre un altro un semplice placebo.

dha in gravidanza

Gli ideatori dello studio hanno osservato l’effetto del DHA prenatale sul quoziente intellettivo a 7 anni di età. Si trattava di 543 bambini, divisi in due gruppi sulla base della somministrazione materna di DHA o meno.

Proprio attraverso questa ricerca, gli studiosi hanno osservato che non vi era differenza tra i due gruppi per il quoziente intellettivo. Inoltre, non ci sono state differenze significative in relazione a: livello scolastico, linguaggio.

Esclusivamente il ragionamento percettivo è risultato più preciso nei bambini le cui mamme hanno assunto DHA. Inoltre, i genitori del gruppo DHA ha proprio espresso delle problematiche comportamentali più evidenti rispetto all’altro gruppo.

In realtà, nel gruppo delle mamme che non avevano assunto DHA in gravidanza si era presentato maggiore incidenza di parto prematuro.

Quindi, la conclusione dello studio è stata immediata. Non c’è correlazione positiva tra assunzione di DHA e sviluppo intellettivo a 7 anni del bambino. Naturalmente, ulteriori studi randomizzati sono necessari per convalidare ulteriormente la tesi ed approfondire la tematica.