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5 modi per abituare il neonato a dormire nella culla

Perché dorme solo in braccio?

Il nostro piccolo sembra non voler dormire in culla?
Piange e si innervosisce appena lo mettiamo nel letto?
Anche se sta dormendo, si sveglia appena capisce di essere in culla?

A quante di noi, care mamme, capita?

Tranquille, dobbiamo capire che sono comportamenti molto normali per un bambino, soprattutto nei primi mesi di vita.
Alcuni neonati regolarizzano molto presto i ritmi di veglia e sonno e si addormentano senza problemi ovunque. Per altri, invece, prendere sonno è spesso difficile. Molti non riescono a fare a meno di essere cullati, stretti tra le braccia della mamma. Oppure, alcuni si assopiscono solo appoggiati al seno della mamma.

Capiamo insieme perché avviene e come abituare il nostro bimbo a dormire nella culla.

Una routine difficile da stabilire

Fino a che, anche se è scomodo e faticoso, viviamo con serenità l’addormentamento del nostro bambino, va tutto bene. Ma se decidiamo di gestire la nanna provando a impostare una nuova routine, dobbiamo armarci di tanta pazienza. Il nostro piccolo potrebbe adattarsi subito ai cambiamenti che gli proponiamo, oppure essere poco collaborativo.

Durante i primi mesi dopo la nascita, il contatto con i genitori rassicura il piccolo regalandogli benessere e serenità. Questo periodo viene, infatti, anche chiamato esogestazione, in continuità con l’endogestazione, cioè i 9 mesi di gravidanza. Quindi, il fatto che nostro figlio si addormenti in braccio o solo mentre viene cullato, è assolutamente normale. Tuttavia, se vogliamo provare a cambiare queste abitudini, ci sono alcuni modi in cui possiamo aiutare il piccolo a dormire nella culla.

Scopriamoli insieme.

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1. Avvolgiamolo in una coperta

Possiamo poggiarlo nella culla, sia sveglio che addormentato, avvolto in un lenzuolino o in una copertina. Dobbiamo fasciare tutto il corpo del piccolo lasciando fuori solo la testa. Il fatto di essere racchiuso in un tessuto, che sia di cotone o di ciniglia, a seconda della stagione, tranquillizzerà il piccolo. Certo qualsiasi tessuto non potrà dare la stessa sensazione di un abbraccio, ma avrà probabilmente un effetto calmante.

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2. Diamogli un doudou

Come sappiamo, i doudou sono pupazzetti per bambini generalmente di forma piatta e morbidi. Impregnandosi con l’odore di casa e dei genitori, della mamma in particolare, aiutano il bambino a rilassarsi e calmarsi. Esistono diversi tipi di doudou per neonati; alcuni hanno nodi o sonagli per stimolare anche il gioco prima o dopo la nanna.

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3. Cantiamo

Il suono della voce dei genitori è sicuramente familiare, quindi rassicurante per il piccolo. Possiamo metterlo nella culla mentre cantiamo una canzone o leggiamo una storia o una filastrocca. O possiamo semplicemente parlargli con un tono di voce dolce e basso.

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4. Accarezziamolo

Come abbiamo detto, il contatto per un neonato è davvero importante. Dopo averlo adagiato nella culla, possiamo accarezzarlo, tenergli la manina o fare un piccolo massaggio. Possiamo decidere di accarezzargli delicatamente la testa, il viso oppure la schiena.

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5. Dondoliamolo

Se nessuno di questi metodi sembra funzionare, possiamo provare a cullarlo. Il movimento leggero della culla che provoca piccole oscillazioni, di solito, piace a tutti i bambini.

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Ogni bimbo ha i propri tempi

Se, infine, proprio nessuno di questi espedienti sembra funzionare, sta a noi decidere come comportarci. Avere un atteggiamento troppo rigido davanti al pianto del piccolo è sicuramente controproducente. Se lo lasciamo piangere troppo, il bambino probabilmente si stancherà e le sue grida diventeranno inconsolabili.

Come abbiamo detto, durante l’esogestazione, l’esigenza di contatto tra neonato e genitori, mamma in particolare, rimane prioritaria. Quindi, se nostro figlio si innervosisce quando lo allontaniamo dalle nostre braccia, non dobbiamo sorprenderci troppo. Ma soprattutto, se siamo desiderosi di farlo, non dobbiamo rinunciare a prenderlo in braccio o a cullarlo per paura di dargli una cattiva abitudine.

Dovremmo, anzi, cercare di goderci tutti i momenti di tenerezza con il nostro bambino. Presto nostro figlio crescerà e sarà impossibile riprovare le stesse sensazioni dei primi momenti insieme. Questo non significa rinunciare per sempre alla culla, ma, ad esempio, riprovare il giorno o la settimana successivi.

Con la crescita, le abitudini di nostro figlio si modificheranno spontaneamente. Se vogliamo provare a cambiare il suo modo di fare la nanna, dobbiamo però agire nel rispetto dei suoi tempi e delle sue reazioni. A volte, è importante anche fare un passo indietro e, magari, rimandare un po’ il cambiamento.

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