bambini in classe

Bambini e scuola: dal rapporto con gli insegnanti al rientro in classe al tempo del Covid-19

I bambini e la scuola

A partire dal momento della separazione da mamma e papà il primo giorno di asilo, la scuola ricopre un ruolo fondamentale nella vita di bambini e ragazzi. Nell’universo infantile infatti, l’istituzione scolastica rappresenta l’occasione di crescita, confronto e assunzione di responsabilità che accompagna di fatto ogni bimbo nelle fasi più importanti della sua crescita.
Punto d’inizio di questo percorso è senza dubbio la scuola materna. È all’età di tre anni infatti che i bimbi fanno il loro ingresso nell’istituzione scuola. Volti sconosciuti, luoghi mai visti prima, ma soprattutto una nuova, grande sfida: la separazione dai genitori. Questo temporaneo allontanamento, spesso sofferto più dagli adulti che dai piccoli, segna l’inizio di un processo di crescita che consentirà ai bambini di costruire, tassello dopo tassello, una nuova autonomia che li accompagnerà in tutto il loro percorso scolastico attraverso la scuola primaria e nel futuro. Se da una parte infatti i piccoli si allontanano dalle mura domestiche e dalla sicurezza che solo un volto famigliare può infondere, dall’altra cominciano a costruire nuove, preziose relazioni con coetanei, educatori e insegnanti in un luogo sicuro e ricco di nuovi stimoli.
Ma cosa accade se la scuola, luogo protetto per eccellenza, non riesce a garantire la sicurezza dei più piccoli? Che fare quando il rapporto tra genitori e docenti si logora, dando vita a episodi di malessere e mancanza di fiducia? E ancora, come supportare i bambini che proprio questi giorni stanno facendo ritorno in classe in piena emergenza Coronavirus, dopo mesi di didattica a distanza? Scopriamolo insieme in questo approfondimento sul tema scuola e bambini.

Insegnanti e genitori: due ruoli differenti ma imprescindibili

Elemento fondamentale per la buona riuscita di un percorso scolastico è indubbiamente la fiducia che i genitori in primis ripongono in educatori, maestre e insegnanti. Genitore e docente devono infatti impegnarsi per la costruzione di un progetto educativo comune, consapevoli dell’importanza dei reciproci ruoli. Dal punto di vista sociologico infatti, famiglia e scuola costituiscono due istituzioni ben distinte che però devono sapersi muovere di pari passo senza mai consentire ai reciproci ruoli di sovrapporsi.
Che fare quindi se l’armonia necessaria tra genitori e insegnanti viene meno, creando non poche difficoltà nel percorso scolastico di bambini e ragazzi? Secondo quanto raccontato da giornali, telegiornali e sistemi di comunicazione, nel nostro paese purtroppo si riscontrano molto spesso episodi sgradevoli che vedono protagonisti genitori e docenti e che spesso sfociano in episodi di violenza e cause legali.

bambino scrive sul quaderno

Risale al mese di novembre del 2016 l’assurda storia che ha visto coinvolte una mamma e un’educatrice di una scuola elementare pugliese. Quest’ultima sarebbe stata malmenata dalla madre del suo alunno, colpevole di aver mangiato la merenda del bambino.
Il piccolo di nove anni avrebbe infatti riferito alla mamma di esser stato rimproverato dalla maestra che, spiegandogli che era possibile consumare lo spuntino mattutino solo durante la ricreazione, avrebbe sgranocchiato davanti agli occhi del bimbo la merenda che lui stesso aveva portato a scuola per l’intervallo.

bambini fanno merenda

Un altro triste episodio risalente al 2017 ha coinvolto una professoressa e un suo alunno in una scuola media di Cassino, in provincia di Frosinone. La donna avrebbe punito il ragazzino per aver involontariamente sporcato, nel fare pipì, il pavimento del bagno. Informata dai collaboratori scolastici, la donna avrebbe quindi umiliato il ragazzo costringendolo a pulire i sanitari in compagnia del bidello.
Immediata la denuncia dei genitori che hanno trovato la punizione della docente umiliante e sproporzionata (pare infatti che la professoressa, dopo aver dato una nota all’alunno, lo abbia costretto a “confessare” minacciandolo di ricorrere alla prova del dna!).
Il bambino avrebbe quindi raccontato di non esser riuscito a “prendere bene la mira” per via di alcuni compagni di classe che continuavano ad aprire la porta del bagno, subendo in silenzio la punizione.

È un bambino pulito. Quando va al bagno a casa, pur di non sporcarsi, fa la pipì seduto. Ha raccontato di aver sporcato il pavimento mentre stava per tirare su lo slip e perché qualcuno ha aperto la porta. Non credo fosse necessario sottoporlo a tanta vergogna. Bastava una lettera di richiamo e noi avremmo provveduto. Per la pulizia dei bagni, c’è comunque del personale addetto che viene assunto per quel motivo e pagato. Mio fratello non vuole andare più a scuola.

Questa la dichiarazione della sorella del ragazzino a La Stampa, mentre la famiglia ha immediatamente sporto denuncia contro la docente.

bambino fa la pipì

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La relazione tra insegnanti e alunni: esempi virtuosi di un dialogo vincente

Se spesso il rapporto tra docenti e alunni può essere tortuoso e controverso fino al punto di sfociare in comportamenti violenti e azioni legali che coinvolgono i genitori, è altrettanto vero che la scuola è piena di validissimi insegnanti e bravi alunni, modello di un sistema-formazione funzionante e di valore.

In un mondo in cui è usuale sentire notizie di studenti che aggrediscono i propri insegnanti, balza agli oggi il caso della professoressa colpita da malore e tratta in salvo dai suoi alunni.
A raccontare i fatti è il quotidiano locale Metropolis quando, nel 2018, alcuni studenti dell’Istituto Cesaro di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, allarmati dall’assenza della loro prof, decidono di andare a cercarla a casa e, inconsapevolmente salvarle la vita. Da qualche giorno infatti l’insegnante di 50 anni, affetta da problemi motori, non si presentava a scuola e i ragazzi, molto affezionati alla docente, hanno deciso di andare a casa sua per controllare cosa stesse accadendo.
Giunti presso l’appartamento della prof a Vico Equense, luogo di residenza della donna, i giovani hanno citofonato senza ricevere risposta. Hanno quindi deciso di allertare le forze dell’ordine che, giunte poco dopo nei pressi dell’abitazione dell’insegnante, sono entrate e hanno trovato la donna priva di sensi a causa di un malore. L’insegnante si trovava in quello stato da circa 48 ore e fortunatamente, dopo un breve ricovero in ospedale, è potuta tornare dai suoi amati studenti.

Leggiamo le parole di Alfonso, uno degli studenti che ha salvato la docente.

Mercoledì avevamo lezione con lei e non è venuta. Un fatto veramente strano. Non ha fatto mai neppure cinque minuti di ritardo. È venuta a scuola anche quando è nevicato. Ci siamo preoccupati. Doveva essere successo per forza qualcosa. Poi, quand’è mancata anche il giorno dopo, abbiamo deciso di chiedere aiuto ad un professore. Le sue lezioni sono racconti nei quali ci presenta ogni giorno un personaggio diverso, come se lo avessimo con noi in aula. Speriamo torni presto.

foto ragazzi cesaro torre annunziata
In questo stacco, i ragazzi che hanno tratto in salvo la professoressa colta da malore.

E che dire della bimba di soli sei anni che, grazie alle tecniche imparate a scuola, è riuscita a salvare la vita alla sua mamma? La miracolosa vicenda ha avuto luogo in Gran Bretagna, dove la bimba inglese Malak Touakè è riuscita a salvare la vita alla mamma Zahia Halfaoui che, dopo aver perso i sensi, era caduta in coma diabetico.

 

La piccola, di soli sei anni, seppur spaventata è riuscita a mantenere la lucidità e, dopo aver chiamato i soccorsi, ha seguito passo passo le indicazioni dell’operatore per soccorrere la mamma quarantottenne. Fondamentali per questo lieto fine, le tecniche di primo soccorso apprese qualche giorno prima a scuola e la prontezza della piccola che, consapevole e informata sulle condizioni di salute della mamma, ha comunicato tempestivamente ai soccorritori i sintomi della donna per poi attendere l’arrivo dei soccorsi avvenuto solo sei minuti dopo.

Ecco le parole di mamma Zahia, al suo risveglio:

Se Malak non fosse stata lì con me, non ce l’avrei fatta. Ho una figlia fantastica.

Premiata dalla London Ambulance Service, la bimba ha dato dimostrazione di grande coraggio e maturità nonostante la sua giovanissima età.

Ecco la trascrizione della telefonata:

Nichola: “Il paziente respira?”
Malak: “Sì, un po’”
Nichola: “Ok, un pochino. È sveglio?”
Malak: “No”
Nichola: “Non è sveglio?”
Malak: “Sta dormendo”
Nichola: “Non si sveglia, ok. Quanti anni hai?”
Malak: “Sei”
Nichola: “Hai sei anni? E qual è il tuo nome?”
Malak: “Malak”
Nichola: “Ok, puoi dirmi cosa è successo?”
Malak: “Mia madre è diabetica”
Nichola: “Ok, e non puoi svegliarla?”
Malak: “Non posso”
Nichola: “Ok, va bene. Ti aiuterò io ma rimani al telefono con me perché sto per dirti cosa fare dopo. C’è qualcun altro lì con te? ”
Malak: “No, solo mia mamma”
Nichola: “Solo tu e la tua mamma, ok. Quindi sei in grado di mettere una mano sulla fronte della tua mamma e l’altra mano sotto, e provare ad inclinare la testa all’indietro?”
Malak: “Ha funzionato”
Nichola: “Ok, geniale. E la tua mamma sta respirando? Metti l’orecchio vicino alla sua bocca e dimmi se puoi sentire o sentire il suo respiro”
Malak: “La sento respirare un po’”
Nichola: “La senti respirare? Brillante. Stai andando davvero bene, la tua mamma è fortunata ad averti!”

Sentiamo quindi la registrazione della telefonata tra la piccola e l’operatore.

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Sicurezza nelle scuole: quando il pericolo è in aula

Luogo sicuro per antonomasia, la scuola può purtroppo trasformarsi in alcuni casi in un posto pieno di insidie. Basta sfogliare le pagine della cronaca cittadina per notare quanti incidenti si verifichino in ambito scolastico, spesso dovuti a una scarsa manutenzione e alla mancanza di fondi da destinare agli istituti scolastici.
Soggetta a tutti i rischi specifici dei luoghi ad alta densità di affollamento, la scuola è equiparata legalmente dal Testo Unico sulla sicurezza a un qualsiasi luogo di lavoro, dove gli studenti rappresentano i lavoratori, il personale docente ha un compito di sorveglianza e il dirigente scolastico incarna il datore di lavoro. Ma come garantire la sicurezza di bambini e ragazzi ed evitare possibili incidenti e gravi tragedie?

zaini scuola

È il 10 ottobre del 2016 quando, intorno alle 12:30, la prontezza di una maestra di Padova riesce a scongiurare una terribile catastrofe. Poco prima di recarsi in mensa, alcuni bimbi di una quinta elementare sentono strani scricchiolii provenire dall’alto. “Maestra, cadono delle briciole dal soffitto”, gridano con ingenuità i piccoli, mentre la maestra Mariangela si affretta a far uscire alla svelta i suoi alunni dall’aula, appena in tempo prima di vedere crollare l’intero controsoffitto su banchi e sedie.
Molti giovani studenti, sotto shock, una volta scampato il pericolo sono scoppiati in lacrime mentre il sindaco della città ha accusato la ditta che si era occupata in tempi relativamente recenti della manutenzione del soffitto.

I lavori di manutenzione erano stati realizzati nel 2001-2002. Ci riserviamo quindi di valutare azioni legali contro la ditta che ha li svolti e contro chi, in quegli anni, ha certificato la riuscita dell’opera. Le altre due aule in cui è stato compiuto il medesimo intervento sono, in queste ore, sottoposte a verifica statica. Per ragioni di sicurezza provvederemo comunque a rimuovere il controsoffitto realizzato a suo tempo.

foto crollo controsoffitto scuola

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Bambini e Covid-19: quali sono i sintomi nei più piccoli?

Grande preoccupazione di genitori e medici già dall’inizio della pandemia è stato il coinvolgimento dei più piccoli nell’emergenza Coronavirus. Quanti bimbi sarebbero stati colpiti dal Covid-19? Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute e pubblicati su Nature Medicine, i bambini e i giovani sotto i 20 anni, oltre a essere spesso asintomatici, sarebbero meno suscettibili all’infezione. Inoltre nei bambini colpiti da Coronavirus l’andamento clinico sarebbe molto più favorevole rispetto agli adulti. Sebbene però i sintomi siano spesso lievi nei più piccoli, è bene ricordare che bisogna prestare molta attenzione al decorrere della malattia nei bimbi, specialmente se affetti da patologie pregresse.

bimbo primo giorno di scuola

Secondo quanto rilevato da numerosi studi in ambito pediatrico, i bambini che si ammalano di Covid-19 presenterebbero:

  • Febbre.
  • Dolori muscolari e dolore al petto.
  • Mal di testa.
  • Tosse e respiro corto.
  • Vomito e diarrea (sintomi gastrointestinali molto frequenti nei bambini).

A tranquillizzare i genitori, erroneamente spaventati dalla procedura del tampone sui più piccoli, interviene la Società Italiana di Pediatria (SIP). Il tampone naso-faringeo non è rischioso per adulti e bambini e deve essere effettuato da personale specializzato. La procedura, di fatto meno invasiva di un prelievo di sangue, prevede l’inserimento di un tampone morbido di plastica lungo il pavimento del naso nella zona denominata naso-faringe e nei più piccoli deve essere portato a termine stando bene attenti che i bambini stiano fermi per non provare fastidi.

A seguire, un video in cui Paola Marchisio, Presidente SIP Lombardia, fornisce preziose delucidazioni sulla procedura del tampone destinata ai bimbi.

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Le misure di sicurezza per i più piccoli: dal distanziamento sociale all’uso delle mascherine

Dopo mesi di didattica a distanza, bambini e ragazzi sono da poco tornati nelle aule rendendo necessaria la stesura di una serie di norme volte ad assicurare la loro sicurezza e incolumità. Secondo quanto riportato nel documento ufficiale redatto in vista della riapertura delle scuole, ogni Dirigente Scolastico dovrà farsi garante di nuovi, preziosi provvedimenti per garantire la salute dei più piccoli, uno su tutti il mantenimento del distanziamento sociale che consisterà nel riuscire a conservare un metro di distanza fra le rime buccali degli alunni (la distanza infatti sarò misurata da bocca a bocca).

ritorno a scuola

Per garantire il mantenimento della distanza sociale, di fatto prima grande norma preventiva in fatto di contagio da virus Sars-CoV-2, gli istituti scolastici potranno poi adottare altre soluzioni quali:

  • Lezioni anche nella giornata del sabato.
  • Riunire gli allievi in gruppi (anche di differenti età o sezioni).
  • Ingressi scaglionati a scuola.
  • Stabilire turni differenziati in base alla fascia d’età.
  • Ridurre il monte orario delle singole materie e discipline.
  • Integrare le lezioni in presenza con la didattica a distanza.

Tutti i bambini inoltre vanno costantemente incoraggiati al rispetto delle fondamentali norme di igiene e prevenzione dalle infezioni, suggerendo loro alcuni comportamenti importantissimi per evitare di diffondere il contagio:

  • Non portare le mani alla bocca.
  • Lavarsi frequentemente e accuratamente le mani con acqua e sapone o sanificarle con un gel disinfettante a base di alcool.
  • Non stropicciarsi gli occhi né toccarsi bocca e naso.
  • Indossare correttamente la mascherina.

E a proposito di lavaggio delle mani: i nostri bambini sanno come farlo correttamente? Ecco un utilissimo video prodotto e diramato dal Ministero della Salute per spiegare a bimbi e ragazzi come procedere nel modo giusto.

E per i più piccoli, ecco una simpatica filastrocca musicale da ascoltare e canticchiare in allegria per imparare a lavare le manine efficacemente.

La riapertura delle scuole in piena pandemia di Covid-19 ha sottoposto i bambini a una nuova, difficile sfida. In tutte le scuole di ogni ordine e grado infatti saranno obbligatorie le mascherine (chirurgiche o di stoffa) per i bimbi dai sei anni in su. Secondo le indicazioni del Comitato tecnico-scientifico della Protezione Civile infatti, i piccoli dovranno fare molta attenzione alle nuove misure anti-contagio, specialmente in classe. Il distanziamento sociale (almeno un metro tra gli studenti, due metri tra coloro che siederanno al primo banco e la cattedra) dovrà essere mantenuto in aula e i docenti potranno riservarsi di far indossare la mascherina ai piccoli anche da seduti qualora fosse impossibile garantire la costante distanza. Per i bambini tra i 6 e gli 11 anni varranno le regole sopraelencate mentre per i ragazzi con un’età superiore ai 12 anni saranno valide le indicazioni già note per la vita in comunità degli adulti. La mascherina potrà essere rimossa a scuola solo in “condizione di staticità” o durante attività didattiche che “non favoriscano l’espulsione di particelle di saliva” mentre sarà tassativamente obbligatorio indossarla negli spazi comuniall’ingresso e all’uscita da scuola, per andare alla cattedra e per recarsi al bagno.

foto bimbi mascherine

I bambini che frequentano il nido e la scuola materna non dovranno indossare la mascherina. Secondo quanto spiegato da Susanna Esposito, direttore della clinica pediatrica dell’azienda ospedaliero universitaria di Parma, sull’European Journal of Pediatrics, le vie aeree dei bambini di questa età sono ancora molto piccole e, non potendo liberarsi agevolmente e in autonomia delle mascherine in caso di bisogno, i bimbi potrebbero avere difficoltà a respirare. Esonerati dall’uso di presidi di protezione tutti gli alunni con disabilità o patologie non compatibili con l’uso prolungato o continuo della mascherina. I bambini e ragazzi con gravi disabilità cognitive non dovranno indossare la mascherina mentre sarà il caso di valutare con molta attenzione la situazione dei piccoli affetti da patologie autoimmuni, oncologiche o respiratorie dal momento che, in questi casi, potrebbe rendersi necessario l’utilizzo di una mascherina FFP2 o FFP3.

foto scuola cina cappelli
In questo scatto, il simpatico stratagemma adottato dal sistema scolastico cinese per garantire il distanziamento sociale tra i piccoli in classe.

Sfatiamo ora i falsi miti riguardanti l’utilizzo delle mascherine da parte dei più piccoli grazie a un video prodotto e diffuso dalla Società Italiana di Pediatria (SIP)

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Covid-19 e bambini: Come spiegare il rientro a scuola ai più piccoli

Secondo quanto rilevato da un’approfondita indagine sull’impatto psicologico e comportamentale del lockdown sui bambini e sugli adolescenti in Italia, condotta dall’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, l’emergenza Coronavirus avrebbe causato l’insorgere di numerosi problemi comportamentali in molti bambini e ragazzi. Il 65% dei bambini con età inferiore ai 6 anni e il 71% dei minori dai 6 ai 18 anni avrebbero infatti mostrato sintomi di regressione. Tra le problematiche che hanno colpito più frequentemente bambini e ragazzi troviamo inoltre disturbi del sonno, irritabilità e ansia.

bambino disinfetta mani con gel

Dopo un lungo periodo di isolamento forzato quindi, anche i più piccoli mostrano segni di sofferenza e vanno aiutati e supportati nella delicata fase di passaggio che li accompagnerà a un graduale ritorno alla socialità.

Tante le associazioni per la cura della salute e dell’infanzia (Amnesty International, Unicef, Federazione Italiana Medici Pediatri, Fondazione Veronesi, Società Italiana di Pediatria) che si sono impegnate nel formulare preziosi suggerimenti per spiegare ai bambini la particolare condizione d’emergenza che stiamo vivendo e accompagnarli nel rientro a scuola.

Vediamo quindi, punto per punto, come supportare i piccoli che in questi giorni si riaffacciano con felicità e timore al mondo della scuola in tempo di Covid-19.

  • Invitare i piccoli a parlare delle loro paure senza remore e vergogna. Cercare altresì di comprendere i loro timori, rassicurarli, e ricordare l’importanza del rispetto delle misure di sicurezza e nelle norme igieniche.
  • Mai minimizzare le paure dei bambini! Mostrare ascolto, empatia e attenzione per farli sentire compresi e protetti.
  • Informare i bambini su ciò che sta accadendo nel mondo cercando però di preservarli da ansie e paure. Usare quindi un linguaggio corretto e adatto all’età dei piccoli avvalendosi, perché no, dell’utilizzo di storie, filastrocche e disegni.
  • Informarsi correttamente (attingendo a fonti scientifiche valide) per poter rispondere alle domande dei bambini nel modo più corretto ed esaustivo.
  • Mostrare ai più piccoli come proteggersi e come comportarsi per far sì che anche gli altri siano protetti. Ad esempio potrà rivelarsi utile spiegare ai bimbi come starnutire o tossire nella piega del gomito e raccontar loro i sintomi ai quali prestare attenzione.
  • Aiutare i piccoli a superare l’inevitabile stress con momenti di gioco e relax cercando di mantenere il più possibile una routine cadenzata e regolare che li rassicuri.
  • Aiutare i bambini a non sviluppare processi di stigmatizzazione o discriminazione. È fondamentale spiegare ai piccoli che il Coronavirus non è riconducibile a differenze di provenienza, lingua, aspetto esteriore o disabilità per evitare che bullizzino altri bambini o che siano a loro volta vittime di atteggiamenti discriminatori.
  • Raccontare ai bambini l’importanza del lavoro di medici, personale sanitario e infermieri invitandoli a prendere esempio da chi si sta impegnando per la salute della collettività.

Per concludere, ecco alcuni video prodotti e diffusi dal Ministero della Salute per informare i bambini sul Coronavirus.

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Attenzione! Ricordiamo a tutti i nostri lettori che le informazioni riportate, per quanto approfondite e redatte in base a fonti attendibili e ufficiali, non costituiscono parere medico. Ricordiamo altresì che i documenti video e le indicazioni riguardanti i vari percorsi di cura e iter diagnostici non sostituiscono in alcun modo il parere di uno specialista.