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Bambino allergico al latte vaccino? Prova il latte di asina

Il latte di asina per bambini allergici

Molti bebè manifestano una sensibilizzazione allergica al latte vaccino. I ricercatori, da alcuni anni, stanno studiando le proprietà nutrizionali di eventuali alimenti sostitutivi. È di questi giorni la notizia dell’esito della ricerca, effettuata dall’Università di Pisa, che ritiene il latte di asina amiatina ideale per bambini allergici al latte vaccino.

Il latte di asina è un’alternativa naturale, con un contenuto proteico simile al latte umano. Ha un buon livello di lattosio che permette l’assorbimento di calcio, fondamentale per la mineralizzazione ossea del piccino. Inoltre, la presenza di lattoferrina e lisozina proteggono il bebè da eventuali infezioni batteriche. Grazie a queste proprietà nutriceutiche, non solo risulta essere nutriente, ma è anche buono al gusto, a differenza di alcuni latti artificiali di proseguimento, non apprezzati dai palati dei più piccoli.

Perché gli asini amiatini? È una razza antica, originaria dell’Africa, ormai autoctona del territorio toscano. Il latte delle asine viene raccolto giornalmente e preparato secondo i requisiti igienico sanitari che ne consentono la certificazione e quindi la vendita in Europa. Secondo i ricercatori pisani, la possibilità di ottenere il latte da un’unica razza, come quella dell’Amiata, permette di mantenere alta la qualità del prodotto anche attraverso il processo di selezione genetica.

Il dibattito tra latte di proseguimento e quello vaccino, dal primo anno di età, è ancora al centro di numerose polemiche tra pediatri e nutrizionisti. Il latte artificiale presenta un’elevata quantità di zuccheri ed aromi, per renderne più dolce ed appetitoso l’alimento; quello vaccino, meno grasso ma più allergizzante.

In virtù degli esiti di questo studio, il prodotto amiatino potrebbe risultare un’ottima alternativa, per le sue peculiarità nutrizionali che lo rendono simile a quello umano. Per enfatizzarne i benefici è in corso un progetto, finanziato dalla Regione Toscana di concerto con l’Università pisana e l’Ospedale Meyer di Firenze.