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Bambini e tablet: che cos’è la sindrome da occhio secco

La sindrome da occhio secco

Una sconcertante notizia sul cattivo utilizzo di oggetti tecnologici quali tablet e smartphon da parte dei bambini è il rischio della sindrome dell’occhio secco. Tale disturbo, molto frequente in età adulta, è dovuto ad una scarsa produzione di lacrimazione: le ghiandole, per un’atrofia parziale o totale o per alterazioni spesso su base ormonale, (tendono ad esserne colpite soprattutto le donne in menopausa) non producono più a sufficienza liquido lacrimale e l’occhio diventa dunque secco.

I bambini trascorrono gran parte del loro tempo a giocare con tablet e telefonini mettendo a rischio la possibilità di sviluppare la sindrome da occhio secco. Tale patologia comporta la secchezza dell’occhio ed i sintomi più comuni che si possono riscontrare sono: il bruciore, la sensazione di corpo estraneo nell’occhio, l’ipersensibilità alla luce, la difficoltà nell’apertura della palpebra al risveglio e, nei casi più gravi l’annebbiamento visivo ed il dolore.

Il pericolo che un bambino presenti i sintomi dell’occhio secco sembra essere correlato al lasso di tempo che spende per intrattenersi con gli oggetti tecnologici di ultima generazione. Più il tempo è prolungato, più il rischio è elevato. Ore ed ore trascorse a fissare display luminosi e ad una distanza troppo ravvicinata può nuocere alla vista.

Alcuni studi hanno rilevato che ad essere più esposti alla sindrome dell’occhio secco siano soprattutto i bambini che vivono in città, i quali, hanno meno occasioni di giocare all’aria aperta e dunque si trovano a passare gran parte del loro tempo libero con gli smartphone in mano.

Per curare l’occhio secco o alcuni dei suoi sintomi iniziali è d’obbligo l’astinenza: è stato stimato che sono necessari almeno 30 giorni affinché i sintomi di questa patologia scompaiano del tutto, pertanto, è bene monitorare con attenzione e soprattutto dosare la quantità tempo con cui i bambini utilizzano tali oggetti.