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Perché i neonati piangono nel sonno?

Molte mamme si chiedono perché i neonati piangono nel sonno. I risvegli notturni sono una situazione abbastanza frequente: il 10-15% dei bambini ne soffre, fin dai primi giorni di vita. Le cause del pianto durante il sonno o del resistere al dormire possono essere molte. Bisogna però sapere che tutti i bambini si svegliano parecchie volte di notte, specie nel primo anno di vita, ma la maggior parte si riaddormenta da sola.

I pianti notturni, nelle primissime fasi della vita, sono esperienza comune: non sempre è necessario intervenire ma è sempre importante saperne riconoscere la causa. Bisogna essere in grado di distinguere il pianto/richiamo dal pianto/fase REM del sonno: sono situazioni che possono sembrare simili ma avvengono in circostanze diverse.

Consolare quando è richiesto diviene naturale (dolori, coliche, difficoltà respiratorie, pannolino sporco, sete) ma non intervenire è altrettanto cruciale se si tratta di fase REM. E’ opportuno allora analizzare le cause che determinano questo pianto e imparare a contestualizzare la sofferenza del bambino per differenziare il proprio comportamento genitoriale.

In sintesi estrema possiamo dire che nel sonno non REM c’è un rilassamento muscolare completo accompagnato da una diminuzione del metabolismo sia fisico che cerebrale; nelle fasi REM invece si assiste ad una emersione degli elementi istintivi del sistema nervoso centrale che comporta aumento della frequenza cardiaca, aumento della pressione sanguigna, movimenti rapidi degli occhi ed attivazione di alcune precise zone del cervello. Nelle fasi REM dei bambini piccoli (maturazione in corso) l’attivazione muscolare è ancora presente mentre nell’anziano è quasi totalmente assente: questo spiega come mai il sonno dei piccoli sembra più agitato di quello degli anziani.

Il sonno non REM è quello prevalente in quanto a durata mentre il sonno REM, cumulativamente, dura 60-70 minuti in tutto, suddivisi in diversi picchi di breve durata (circa 15-20 minuti ciascuno) che si verificano circa ogni 2 ore di sonno non REM. La salute psichica è garantita dalle fasi REM: durante questi periodi, infatti, c’è un rifasamento delle esperienze che si esprime attraverso il sogno.

Il sonno del neonato differisce da quello di un adulto sotto molteplici aspetti, sia di carattere quantitativo che qualitativo. Nelle primissime settimane di vita un neonato dorme in media 16 ore al giorno. In questa fase, il ritmo sonno-veglia è piuttosto irregolare ed individuale; varia quindi da neonato a neonato e si caratterizza per una veglia leggermente più prolungata di notte.

Generalmente i bambini allattati artificialmente tendono a dormire per periodi più lunghi rispetto a quelli allattati al seno, che possono richiedere poppate frequenti.


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Ma come fare a distinguere questi pianti/richiami fisiologici del sonno, da quelli che invece dipendono da altro?

Bisogna considerare la situazione del neonato e ogni situazione è diversa dall’altra. Ad esempio se il bambino è raffreddato è probabile che respiri a bocca aperta e quindi che si risvegli. In questo caso è anche possibile che pianga perché non riesce a respirare agevolmente. Se il bambino è in fase di eruzione dentaria il fastidio gengivale può dare origine a risvegli e pianti dovuti a questo fastidio. A volte il pianto potrebbe anche essere dovuto semplicemente ad un brutto sogno, ad una sensazione di paura o ad un bisogno fisiologico.