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Pavor notturno: che cos’è

Pavor notturno

Non sono pochi i genitori che lamentano stanchezza perché i loro piccini si svegliano più e più volte durante la notte. Recentemente un’equipe di ricercatori tedeschi ha scoperto che il 21% dei bebè fino a 2 anni di età ha frequenti risvegli notturni e all’età di 5 anni il 13% dei bambini ancora non dorme ininterrottamente durante la notte. In realtà non possiamo parlare di patologie perché la regolazione del ritmo sonno-veglia avviene con tempi e con modalità diverse per ogni bambino. In alcuni casi si tratta di disturbi del sonno come il pavor notturno. Vediamo quali sono le cause e come intervenire in questi casi.

Il pavor notturno è piuttosto frequente nei bambini, con particolare incidenza tra i 2 ed i 12 anni. Più colpiti sono i maschietti. In genere la crisi si presenta nella fase del sonno profondo e non rimane ricordo al mattino. Durante l’episodio il bambino ha una crisi di pianto che sveglia improvvisamente i genitori che lo trovano con gli occhi spalancati, seduto sul letto, come in preda a incubi e deliri, a veri e propri attacchi di panico nel sonno, sudato e con il respiro corto. Altri sintomi sono i tremori, in forma di veri e propri spasmi notturni.

Qualsiasi tentativo dei genitori di toccarlo e tranquillizzarlo ottiene il risultato opposto. In genere l’episodio di pavor notturno dura dai 10 ai 30 minuti. Ciò che maggiormente sconforta i genitori è il senso d’ impotenza, perché qualsiasi loro reazione non tranquillizza il bambino che, dormendo, nonostante gli occhi spalancati, non si calma con la loro presenza. Gli episodi non hanno una cadenza regolare e, di solito, si estinguono con l’adolescenza non lasciando nessuna conseguenza.

Se il piccino manifesta solo brividi di freddo notturni, non sempre questo è un sintomo del pavor; nella maggior parte dei casi, in assenza degli altri sintomi, è dovuto alla crescita o all’inizio di un’attività sportiva, che richiede un assestamento corporeo.

Le cause del pavor nocturnus bambini ancora non sono state individuate, nonostante gli studi stiano verificando numerose ipotesi. In base all’osservazione clinica, i pediatri consigliano durante la crisi di non toccare o prendere in braccio il bambino, né svegliarlo, ma controllare che non si faccia male muovendosi nel sonno e mantenere un tono di voce pacata per non spaventarlo se si dovesse svegliare.

Disturbi del sonno

I disturbi del sonno possono colpire chiunque, a qualsiasi età. Dalla difficoltà ad addormentarsi ai risvegli notturni, le cause sono molte, così come sono numerosi i soggetti coinvolti. Ci sono bambini che hanno paura di addormentarsi e ogni sera combattono una lunga lotta con i genitori per ritardare il momento della nanna. Il sonno non è un momento semplice per i bambini, si possono accentuare paure come l’abbandono dei genitori, la tensione per contrasti avvenuti con qualche amichetto durante la giornata. Sicuramente creare un rituale rilassante e rassicurante, aiuterà i piccolini a prepararsi per andare a letto. Avete una bambina 2 anni e mezzo che si sveglia di notte e corre nel lettone, o vi chiama in lacrime dal lettino piangendo per i brutti sogni? Proprio a partire da questa età il bebè si relaziona sempre di più non solo con i genitori, anche con i pari, esplora maggiormente il mondo che lo circonda e le paure provate durante il giorno possono creare problemi di sonno, dalla difficoltà ad addormentarsi, al sonno agitato fino agli incubi notturni.

Se siamo in vacanza il bambino può avere paura di dormire perché lontano dalla casa che conosce. Anche in questo caso la presenza rassicurante dei genitori tranquillizzerà il bambino.

Svegliarsi di notte, per terrori notturni è normale nel bambino fino alla pubertà, proprio durante le ore del riposo, il bambino elabora le esperienze avvenute durante la giornata e ciò provoca brutti sogni. Anche momentanee situazioni di difficoltà familiare, dovute a separazioni o lutti, determinato disturbi del sonno.

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Tra i disturbi del sonno il sonnambulismo infantile è motivo di preoccupazione per mamma e papà, che temono che il figlio possa farsi male. In realtà, pur attraversando un breve tragitto nella camerina o subito fuori, il bambino non mette in pericolo la sua incolumità. Sonnambulismo cause: come per il pavor notturno non sono ancora note le cause anche se, per ora, l’ipotesi più accreditata è afferente ad un difetto genetico. Anche questo disturbo, che non ha conseguenze né a breve né a lungo termine, svanisce con il superamento della pubertà.

Disturbi del sonno rimedi: nei casi in cui questi disturbi siano tanto frequenti da svegliare più volte il bambino, il pediatra può prescrivere dei rimedi omeopatici, come il Kindival forte che, agendo sul sistema nervoso centrale, esercita un’azione tranquillante e rasserenante. Nelle situazioni più difficili, sia i bambini che gli adulti vengono indirizzati presso centri specializzati nei disturbi del sonno.

Nel neonato è difficile parlare di disturbi del sonno poiché il ritmo sonno-veglia non è ancora regolarizzato. Mangiando ogni 3 ore i risvegli notturni saranno tanti. Dormire 4 ore consecutive per un bambino 3 mesi a volte è proprio un successo! Se parliamo di sonno neonato 4 mesi, sentiamo spesso nominare gli scatti nel sonno, frequenti nei bebè ma del tutto normali, dovuti al passaggio da un ambiente liquido in cui fluttuava nel liquido amniotico, ad un ambiente completamente diverso dove, il vuoto che lo circonda nella culla, lo porta a fare questi scatti che diminuiranno gradualmente, fino a scomparire. Può capitare anche che un neonato piange mentre dorme, già ad un bimbo 5 mesi ciò può accadere. I bebè sognano fin da quando sono nella pancia della mamma. I loro sogni riguardano le sensazioni in quanto ancora non conoscono il significato dello scorrere del tempo. La sensazione di non avere vicino la madre o il latte, genere il pianto che di solito si estingue a breve, senza la necessità di prendere in collo il bimbo.

Neonati 6 mesi sonno: in genere intorno ai 6 mesi il bebè non ha più bisogno di mangiare la notte. Alcuni bebè continuano ad avere dei risvegli, giustificati dal bisogno di contatto con la mamma.

Pavor nocturnus

Il pavor nocturnus, ovvero il terrore durante il sonno, è classificato nell’ambito delle perturbazioni del sonno; non è quindi una patologia, anche se la frequenza e l’impressionante menifestazione con cui si presenta improvvisamente, spaventa i genitori o i parenti di chi ne è colpito, proprio per la gravità dell’episodio, di cui non rimane ricordo al risveglio. Occhi sbarrati, sudorazione abbondante, pianti con urla di terrore con assenza di risposta agli stimoli esterni, descrizione di “bambini bruttissimi” che, in passato, hanno fatto ipotizzare la presenza di spiriti nella stanza.

Pavor nocturnis adulti: se pur con frequenza minore, negli adulti, questo disturbo potrebbe essere afferente ad una situazione di particolare stress, oppure ad alterazioni dell’equilibrio idro-salino, ipotesi comunque ancora oggetto di verifiche scientifiche.

Parlare nel sonno

Perchè si parla nel sonno? Oltre al pavor notturno e al sonnambulismo nei bambini, nell’ambito delle parasonnie, ovvero dei disturbi del sonno, possono manifestarsi anche situazioni in cui è frequente il parlare nel sonno. Molti bambini, soprattutto nella prima fase del sonno parlano; ciò può capitare al piccolino che frequenta l’asilo ed iniziando a rapportarsi con i pari, può entrare in conflitto con qualche bambino, quindi possiamo sentire che dica “è mio, è mio!”, o addirittura ci sembra che stia proprio dialogando con qualcuno. E’ un disturbo che si presenta soprattutto nell’infanzia e non lascia alcuna conseguenza. Al mattino il soggetto non ha alcun ricordo.

Parlare nel sonno cause: ancora nn sono state individuate, ma è accertata un’anamnesi familiare del sonniloquio. Nelle persone avanti con l’età, può essere un indicatore dell’insorgenza di patologie afferenti la demenza senile. Il sonniloquio può essere lieve, se si presenta occasionalmente, o grave, se le gli episodi avvengono più volte durante la notte.

Attacchi di panico notturni

Gli attacchi di panico notturni si manifestano svegliando improvvisamente la persona che, cosciente, appare visibilmente scossa ed in preda ad ansia e paura. I sintomo sono simili a quelli del pavor, con intensa sudorazione, tachicardia, vertigini, nausea e fiato corto. Alcune persone hanno la sensazione di non riuscire a respirare, temendo di morire. Gli attacchi di panico sono generati da una pesante situazione di stress o da un evento traumatizzante. In alcune situazioni, il soggetto apparentemente, non riesce ad individuare il motivo scatenante questi episodi e solo con l’aiuto di un professionista capisce ciò che scatena una reazione così forte ed improvvisa. Se gli attacchi di panico notturni si presentano ripetutamente in modo da inficiare il regolare svolgimento delle attività quotidiane, il medico può prescrivere una terapia farmacologica.