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Parto in casa, numeri in crescita: ma in Italia è sconsigliato

Nonostante sia il XXI secolo, sempre più donne decidono di partorire in casa come si faceva fino a mezzo secolo fa. Secondo la Società Italiana di Neonatologia, la scelta di mettere alla luce il proprio bambino in casa, senza un’equipe medica adeguata, metterebbe in pericolo la vita del neonato e della stessa mamma. Questo tema molto delicato è stato oggetto di discussione nell’ultimo congresso nazionale della Sin.

Lo scorso anno sono stati 500 i bambini a nascere tra le mura di case: circa l’1% delle nascite totali, un valore relativamente basso che si appresta a crescere nei prossimi anni. A questi numeri vanno aggiunti quelli di bambini nati illegalmente, come i parti clandestini da parte di donne rom o senza permesso di soggiorno. I rischi legati alla nascita in casa sono imprevedibili: durante il parto potrebbero sopraggiungere complicazioni che, in assenza di medici, risultano difficili da gestire. Sarebbe perciò indispensabile il trasferimento in ospedale, anch’esso complicato e soprattutto pericoloso da attuare durante il parto.

Inoltre con la nascita del bambino in casa c’è un maggiore rischio malattie neonatali. Tra le ragioni per le quali molte donne scelgono di partorire nell’ambiente domestico, c’è, secondo la Sin, la motivazione del sentirsi in un luogo intimo e confortevole. Proprio per dare alla mamma e al bambino un’intimità come se fossero a casa loro, sempre più ospedali ormai ricreano un ambiente familiare: non ci sarebbero perciò motivo di non partorire in tali strutture.


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La Sin sconsiglia vivamente l’esperienza del parto in casa, poiché anche se molto spesso sembra non occorrere la presenza del medico, altre volte potrebbero sopraggiungere complicazioni che potrebbero mettere in pericolo la vita del piccolo e della stessa mamma.