singhiozzo fetale

Gravidanza: singhiozzo feto, come riconoscerlo

Durante la gravidanza può capitare che il nostro piccolino abbia il singhiozzo. Sentiamo dei movimenti continui che possono durare anche mezz’ora. Perché il feto ha il singhiozzo e come si riconosce dai calcetti?

Fin dalle prime settimane di gestazione, il bambino prenatale si muove nel pancione, flette la schiena, fluttua nel liquido amniotico, esplorando le pareti uterine. Le sue dimensioni, però, sono così ridotte che la mamma ancora non percepisce questi movimenti. Solo verso la 20° settimana di gestazione, quando è più grandicello, non solo la mamma percepisce la sua presenza, ma è possibile vederlo muovere attraverso il pancione che cambia forma, presentando anche dei piccoli bozzi, in seguito a qualche calcetto. Così come si possono facilmente avvertire episodi di singhiozzo fetale, ovvero movimenti ritmici, brevi ed intensi.

Durante questi episodi, che sono del tutto fisiologici e non devono allarmare i genitori, se appoggiamo un piccolo oggetto sul pancione, lo vedremo sobbalzare con una sequenza ritmica. Proprio la ritmicità è la peculiarità che distingue il singhiozzo dai calcetti e dagli altri movimenti fetali. Anche la durata dell’episodio, ci permette di distinguere i diversi movimenti. Mentre il calcetto può essere ripetuto una, due, tre volte in modo continuativo, il singhiozzo dura da pochi minuti a mezz’ora.

In realtà il termine singhiozzo non è appropriato, in quanto nella placenta non c’è aria e gli alveoli del piccino sono ancora inattivi. Il fenomeno viene indicato, clinicamente, come singulto fetale. Deglutendo il liquido amniotico, viene stimolato il diaframma che si contrae provocando il reflusso del liquido bevuto; in questo modo il bebè si “allena”, per così dire, all’atto della respirazione, per essere pronto alla nascita ad espellere il liquido amniotico e ad inspirare l’aria, durante il primo emozionante vagito.


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Ancora non sono noti studi scientifici afferenti il singulto fetale, ma evidenze ecografiche sottolineano che questi episodi sarebbero più frequenti nei maschietti, rispetto alle bambine ed alcuni movimenti della madre stimolerebbero il singhiozzo fetale: quando la gestante si alza di scatto, o esegue mansioni che la stancano particolarmente, in questi casi il cordone ombelicale, tenderebbe a comprimersi, riducendo l’apporto di ossigeno al feto e determinando quindi il singulto.