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Parto: 3 modi per favorire la dilatazione

Man mano che si avvicina la data del parto, il collo dell’utero inizia ad ammorbidirsi ed a dilatarsi, già prima dell’inizio del travaglio. Ma è dopo la fase prodromica che si verifica la dilatazione completa del canale della cervice. In ogni donna questo avviene in un tempo che può durare da una a molte ore. La misurazione è fatta dall’ostetrica attraverso la distanza delle dita nella circonferenza del collo dell’utero. Si considera completa la dilatazione di 10 centimetri. Ci sono dei modi per accelerare questo processo?

1) Prima di tutto facciamo la pipì. La vescica piena inibisce le contrazioni, rallentando la dilatazione. Proprio in questi momenti è importante ascoltare il proprio corpo, assecondandone i movimenti; inginocchiamoci, sediamoci sullo sgabello del parto, o semplicemente passeggiamo. Evitiamo posizioni innaturali ed anti fisiologiche, che non favoriscono la discesa del bambino nel canale del parto. In questa fase l’immobilità forzata prolunga notevolmente il processo di dilatazione rendendo le contrazioni meno efficaci, più dolorose e causando eventuali lesioni al perineo, che resta contratto.

2) Un altro aiuto è il massaggio alla schiena, ideale quello con l’utilizzo di acqua calda che, a contatto con la pelle, rilassa i muscoli del corpo, favorendo la dilatazione in quanto abbassa i livelli di adrenalina, chiamato anche ormone dello stress, a favore della produzione di endorfine. Proprio per questo motivo molte sale travaglio sono dotate di vasche per agevolare e accelerare le fasi del travaglio. Ma anche la musica ha un importante effetto rilassante durante la fase di dilatazione. Molte gestanti, durante i corsi di preparazione alla nascita, imparano ad usare la voce nel travaglio, accompagnando il ritmo della contrazione, per favorire il rilassamento dei muscoli pelvici.

3) Abbiamo letto che la dilatazione avviene più velocemente se la donna riesce a rilassarsi, se non viene distratta o innervosita da operatori che entrano ed escono dalla stanza sottoponendola a numerosi e ripetitivi controlli. Quindi altro aspetto da curare è l’ambiente in cui avviene il travaglio; se è vissuto dalla gestante come intimo, con luci diffuse con la presenza del compagno o di un familiare come sostegno amorevole e rassicurante e con la conduzione dell’ostetrica, professionale, protettiva e rispettosa del ritmo individuale di tutto il processo.