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I bambini hanno un sesto senso?

I bambini hanno una sensibilità maggiore rispetto a noi adulti perché ancor privi di malizia e invidia nei confronti del mondo e percepiscono subito eventuali tensioni in famiglia, tanto da accorgersi facilmente se i genitori sono turbati. Spesso tutto ciò per gli adulti viene identificato come una sorta di “sesto senso infantile“, un qualcosa d’innato proprio nell’indole del piccolo individuo che comprende con presagi ciò che gli succede attorno.

C’è più di una donna che racconta che durante l’attesa del secondo figlio, il primogenito ancora piccolo di età, si era accorto della gravidanza della mamma poco prima che lo scoprisse lei stessa: il bambino, infatti era improvvisamente attratto dal ventre materno, quasi come se cercasse una sorta di comunicazione con il fratellino in pancia. Tralasciando tutte le ipotetiche argomentazioni riguardanti la famosa teoria sui bambini indaco, cristallo o arcobaleno, si potrebbe semplicemente affermare che come gli animali domestici o meglio ancora i cuccioli, anche i figlioli sono molto ricettivi e comprendono perfettamente un linguaggio non verbale, soprattutto quando sono molto piccini.

Pertanto non conoscendo ancora molti vocaboli, i pargoli si concentrano sui gesti, l’espressioni corporee anche inconsapevoli degli adulti, apprendendo così situazioni o avvenimenti. Perciò non è che gironzoli fra le mura domestiche un piccolo mago, bensì non avendo ancora raggiunto il bambino uno sviluppo delle funzioni verbali completo, accede automaticamente ad un suo ragionamento deduttivo.

A volte i figli un pochino più grandi, ci stupiscono con racconti immaginari che sembrano ai nostri occhi come dei veri presagi, forse è pur vero che a noi piace considerarli tali, ma resta il fatto che i bambini hanno certamente una sensibilità che va al di là di quella di una persona adulta.

L’innocenza infantile a volte porta a credere che nei loro occhi si nasconda qualcosa di magico, poi logicamente quando i bimbi sono piccini, e quindi non sono ancora dotati di parola, i genitori tendono ad interpretare i loro segnali come meglio credono di comprendere.