foto_stepchild

Stepchild Adoption, si dalla Cassazione: ma solo in casi particolari

Svolta nella questione delle Stepchild Adoption. La Cassazione ha dato il via libera all’adozione del figlio del partner nelle coppie dello stesso sesso. La sentenza è arrivata dopo che la Suprema Corte era stata interpellata da due donne – entrambe romane – che avevano avuto nel 2003 una bambina nata in Spagna grazie alla procreazione assistita eterologa.

La vicenda è partita nel 2014, quando una delle donne ha chiesto al Tribunale di poter adottare la bambina partorita dalla compagna. La Corte di Appello di Roma aveva subito dato l’ok, ma la Procura di Roma si era opposta alla decisione dei giudici.

È ora la Cassazione a rigettare quel ricorso contrario e a introdurre un nuovo caso nella giurisprudenza italiana.

La Corte Suprema ha stabilito che l’adozione può esserci “solo se realizza davvero l’interesse del minore”.

La decisione della Cassazione sulla Stepchild Adoption ha però dei limiti ben precisi: con questo tipo di adozione il bambino non acquista la parentela da parte del secondo genitore. Il piccolo o la piccola diventa figlio del genitore sociale, ovvero di chi non l’ha partorito o generato, ma non entra nella linea familiare. Inoltre, non vede riconosciuti eventuali fratelli nonni, zii e altri parenti del genitore sociale.

Sulla vicenda si è espressa già positivamente Monica Cirinnà, la senatrice del Partito Democratico, creatrice della legge sulle unioni civili: “La Cassazione stabilisce finalmente che quanto abbiamo sostenuto, e purtroppo dovuto strafalciare, dal testo delle unioni civili non è soltanto legittimo ma soprattutto giusto. A chi afferma che in Italia è in corso una sovversione antropologica dico, con grande rispetto, che si è solo all’inizio di un percorso normativo, richiestoci ripetutamente dalla Corte Europea e dalla nostra Corte costituzionale, che riconosca pienamente diritti e uguaglianza a tutte le famiglie”.

Da sottolineare che, quanto avvenuto, si classifica come il primo caso di adozione congenitoriale in Italia.