Fecondazione assistita: nessun divieto sulla selezioni degli embrioni

La fecondazione assistita è uno degli argomenti che comportano tantissime discussioni a carattere medico-legale, oltre che religioso e le novità su tal fronte sono all’ordine del giorno.

Infatti, dopo tanto tempo, la Corte Costituzionale ha stabilito che la selezione embrionale non rappresenta assolutamente un reato nel momento un cui essa abbia lo scopo di evitare l’impianto di embrioni che possono essere affetti da diverse e gravi patologie trasmissibili (quelle presenti e previste all’ interno della legge 194 sull’aborto).

Ciò significa che è caduto il divieto assoluto di selezione degli embrioni. Tutto è partito da una questione presentata dal Tribunale di Napoli e considerata fondata dall’organo della Consulta.

Tale decisione dipende da una sentenza passata in cui si negavano le tecniche di fecondazione assistita a quelle coppie portatrici di malattie genetiche “al fine esclusivo dell’individuazione di embrioni cui non risulti trasmessa la malattia del genitore comportante il pericolo di rilevanti anomalie o malformazioni (se non la morte precoce) del nascituro“.

Secondo la Corte costituzionale, il “difetto” dell’embrione non difende un trattamento meno attento rispetto a quello degli embrioni sani. L’embrione, infatti, non può essere ridotto (aldilà delle innumerevoli opinioni a riguardo) a mero materiale biologico.

Quindi, ricapitolando, la Corte Costituzionale ha dichiarato non fondata la soppressione degli embrioni e la sua relativa questione. Un grande passo avanti per l’ ambito su cui non mancheranno tantissime discussioni e opinioni.