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Il taglio ritardato del cordone ombelicale: quello che comporta

Tante volte in sala parto, prese dai dolori, dalla confusione, dall’attesa del pianto del bambino appena nato, non ci si rende conto di altre piccole cose: ad esempio di come viene effettuato il taglio del cordone ombelicale e dopo quanto tempo. Potrà sembrare una cosa stupida, ma in realtà, è un fattore veramento importante.

Innanzitutto cominciamo nel dire che esistono due tipi di clampaggio: quello precoce e quello tardivo. Con il clampaggio tardivo ci sono due vantaggi: l’adattamento fisiologico, e un minor rischio di sviluppare anemia. Il clampaggio immediato, invece, limiterebbe il rischio di eccessiva trasfusione di sangue dalla madre al feto, con eventuale policitemia.

Gli studi clinici concordano nel ritenere benefico il clampaggio tardivo, particolarmente nei nati da madre anemica. Il rischio per il neonato di policitemia, iperbilirubinemia, ittero e ridotta capacità di adattamento non aumenta anche quando il neonato venga posto a livello del piano perineale o sull’addome della madre. Nei bambini a termine e di peso normale, lo studio clinico controllato randomizzato con il periodo di follow-up più lungo ha mostrato che un ritardo di 120 secondi nel clampaggio del cordone ombelicale aumenta in misura statisticamente significativa, a sei mesi di età, ferritina, volume corpuscolare medio, ferro totale corporeo stimato e ferro di deposito.

Secondo una revisione sistematica pubblicata sulla Cochrane Library, ritardare il taglio e la legatura del cordone ombelicale del neonato dopo la nascita porta benefici. Gli autori hanno trovato che i neonati risultavano più sani per valori del sangue in generale e livelli di ferro quando il cordone veniva tagliato e legato in ritardo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda quindi che il clampaggio del cordone sia effettuato tra uno e tre minuti dopo la nascita.