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Placenta: caratteristiche e funzioni

La placenta costituisce un annesso embriofetale. Essa è un organo altamente specializzato e finalizzato allo scambio di varie sostanze tra madre e feto. Si compone di due sezioni differenti: una fetale, il corion, ed una materna, la decidua. Alla fine della gravidanza la placenta ha una forma circolare, con un peso che può variare normalmente dai 450 ai 600 grammi, con variazioni che rispecchiano fortemente l’ evoluzione della gravidanza. Inoltre, il peso della placenta supera quello del feto fino alle 18-20 settimane circa, per poi essere nettamente “rimpiazzato” dal peso del feto.

Invece si distinguono nella placenta nella sua interezza questi elementi: la decidua basale (mucosa uterina con le varie mutazioni gravidiche), i villi, il corion e l’ amnios (che insieme vanno a creare il sacco amniotico, che contiene tutto il feto ed il liquido).

Inoltre, la circolazione sanguigna materna è separata da quella fetale attraverso una membrana formata da 3 diversi strati: endotelio dei capillari fetali, connettivo del villo ed epitelio coriale del villo (sinciziotrofoblasto e citotrofoblasto). La complessa struttura placentare (e soprattutto la lunga evoluzione che la porta alla struttura conclusiva) nasconde un insieme di importantissime funzioni, così che può essere definita come organo di scambio metabolico, con la barriera placentare “ben vigile” su tutte le probabili comunicazioni.

Innanzitutto, uno delle principali finalità placentari è quella di garantire il mantenimento del curioso e interessante circolo di produzione ormonale. La gonadotropina corionica umana placentare, stimola il mantenimento fino ai primi tre mesi di gravidanza del corpo luteo gravidico con l’ emissione di estrogeni e progesterone (garantendo così tutti i cambiamenti materni, il rilassamento dell’ utero ed il mantenimento della decidua). L’azione delle Hcg ha effetto anche sulla produzione ormonale del surrene materno e fetale. Si induce, inoltre, la produzione di relaxina per il rilasciamento dei legamenti del bacino, importantissimo ai fini del parto.

In più, la placenta è un importantissimo filtro per i parassiti presenti nel sangue materno, nonostante la trasmissione di virus, batteri e altre sostanze tossiche, così che la trasmissione transplacentare di alcune patologie infettive non si esclude totalmente.

Contemporaneamente non è da sottovalutare l’ azione immunitaria, grazie alla protezione anticorpale che la madre passa al figlio. Inutile dire che grazie alla circolazione utero-placentare si permette il nutrimento e l’ accrescimento fetale, nonostante anche le sostanze tossiche (presenti in alcol, droga, fumo) possono influenzare negativamente sia sull’ esito della gravidanza che, quindi, sulla salute fetale.

Insomma, la placenta costituisce il primo strumento di contatto tra madre e piccolo e non sono poche le usanze particolari e inusuali ad essa correlate, così che dopo il parto è anche possibile “ringraziare” questo organo gestazionale piantandolo nel giardino di casa. C’è chi invece è più tradizionale e lascia esclusivamente che la placenta concluda la propria vitalità dopo l’ espulsione.