Svezzamento precoce: giusto o sbagliato?

Lo sanno probabilmente anche i sassi: per il primo anno di vita del bambino il latte materno è l’alimento ideale senza alcun’ombra di dubbio fornendo le sostanze nutritive, le vitamine e i minerali indispensabili al bebè per il primo, importante sviluppo. Per questo motivo almeno per i primi sei mesi si consiglia di usare esclusivamente il latte della mamma, senza aggiungere altri alimenti liquidi o solidi e, comunque, di non iniziare lo svezzamento prima della 17esima settimana, ovvero poco dopo i 4 mesi.

Ma non per tutte le donne l’allattamento al seno si rivela davvero quel momento magico di cui tanto si parla (qualche consiglio per un corretto attaccamento). La mia esperienza personale ne è un esempio: ho sofferto praticamente fin da subito di ragadi al seno che non sono riuscita a guarire in nessun modo. Ho continuato ad allattare tra dolori lancinanti per un paio di mesi dicendo ‘basta’ quando il mio piccolo ha iniziato a rigurgitare il sangue che mi usciva dai capezzoli e succhiava con il mio latte.

In casi del genere, o quando la neo-mamma non ha molto latte, il sostituto ideale è quello artificiale o ‘formulato’, non il latte vaccino. Ovviamente bisogna essere fortunati a scegliere quello giusto, su consiglio del pediatra, tenendo conto se il nostro bambino ha qualche disturbo gastrointestinale, tipo rigurgito o stipsi, oppure intolleranze.

Secondo molti uno svezzamento troppo precoce causerebbe conseguenze negative, come la riduzione dell’effetto protettivo dell’allattamento materno, lo sbilanciamento della dieta del lattante ad una dieta iperglucidica e ipolipidica, diarrea, sensibilizzazione allergica.

Per esempio secondo i ricercatori dell’Università nazionale australiana togliere al neonato il latte della mamma con troppo anticipo non sarebbe una buona idea. Gli studiosi, guidati dall’economista Julie Smith, hanno effettuato un’indagine sull’impatto che lo svezzamento precoce può avere sulla salute pubblica. Stando ai risultati di questa ricerca, i bambini che vengono svezzati troppo presto da adulti avrebbero fino al 30% in più di probabilità di soffrire di diabete e disturbi dell’apparato cardiocircolatorio.

“Molte misure di salute pubblica per prevenire le malattie croniche sono inefficaci o costose da sostenere– ha dichiarato Julie Smith- Ma nutrirsi del latte materno nell’infanzia riduce i rischi di lungo termine. Pochi altri interventi preventivi producono effetti congrui di lungo termine nel ridurre le malattie croniche”.

La pensano in maniera nettamente diversa dei ricercatori finlandesi che sulla rivista di allergologia pediatrica ‘Allergy Clin Immunol’ hanno pubblicato uno studio che dimostrerebbe come una precoce introduzione di cibi solidi anche fortemente allergenici, tipo cereali, uova e pesce, ridurrebbe il rischio di sviluppare malattie allergiche (come asma, eczema e rinite).