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Svezzamento no limits per combattere il rischio allergia

Le noccioline sono uno degli alimenti a maggior rischio allergia per i bambini? Inseriamole nel menù del nostro bambino fin dallo svezzamento. Quello che potrebbe sembrare un controsenso è il risultato a cui è giunta una ricerca pubblicata recentemente sul New England Journal of Medicine. In pratica uno svezzamento precoce e senza restrizioni farebbe diminuire la percentuale di sviluppare allergie nei bambini.

Lo studio ha riguardato 640 bambini di età compresa tra i 4 e gli 11 mesi che sono stati seguiti fino al compimento dei 5 anni di età. Secondo Antonella Muraro, responsabile del Centro di riferimento per lo studio e la cura delle allergie e delle intolleranze alimentari dell’Università di Padova e presidente eletto dell’Eaaci (European Academy of Allergy and Clinical Immunology) non c’è da restare troppo sorpresi:

“Già dal 2004 le linee guida europee Eaaci raccomandano uno svezzamento senza restrizioni anche per i bambini a rischio, ovvero con una familiarità per le allergie– ha dichiarato l’esperta- Nel primo anno di vita c’è una sorta di ‘finestra immunologica’ durante la quale il bimbo impara a riconoscere e tollerare gli alimenti tipici del suo contesto culturale, prima attraverso il latte materno e poi con lo svezzamento a base di cibi solidi. L’esposizione graduale agli allergeni non aumenta perciò il rischio di allergie, anzi lo diminuisce”.

L’esperto consiglia, infatti, di dare soltanto latte materno al bebè fino a 4 mesi senza che la mamma si limiti nei cibi che mangia in modo che il lattante inizi già a ‘incontrare‘ i vari allergeni. Per chi non può allattare, vanno bene i latti idrolisati estensivi. Tra il quarto e quinto mese si può già cominciare con lo svezzamento con i primi cibi solidi.

Secondo lo studio appena pubblicato tra il quarto e il sesto/ottavo mese sarebbe possibile un intervento di ‘immunomodulazione’ per aiutare i bambini a sviluppare tolleranza mettendoli in contatto con l’alimento potenzialmente rischioso.

Una terapia promettente ma ancora in fase di sperimentazione aggiunge Antonella Muraro. Ovviamente sono procedimenti da condurre in ospedale, in una situazione di massimo controllo, per poter intervenire immediatamente nel caso ci sia una reazione negativa del bambino.