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Quando un bambino ha bisogno della logopedia

I bambini sono diversi fra loro, c’è chi cammina subito e chi invece gattona, chi mangia tanto e chi poco, e ognuno sviluppa il proprio linguaggio in modo differente e soprattutto in tempi non necessariamente standardizzati. Molti genitori, che confrontano i propri figli come se fossero modelli da laboratorio, cadono nella più totale disperazione se i propri bimbi non hanno un lessico forbito. Ecco quindi che per risolvere i “problemi linguistici” dei loro piccoli si rivolgono all’aiuto specifico della logopedia.

Il logopedista è un’educatore della parola scritta e letta il quale, soprattutto con i bambini, utilizza dei giochi verbali adatti a stimolare o prevenire disturbi linguistici che potrebbero essere permanenti se non si correggono in tempo. Spesso molti genitori impazienti di sentir recitare a menadito le migliori poesie da parte dei propri figli, ricorrono a questa figura specializzata mentre in realtà certe difficolà lessicali e fonetiche sono solo transitorie oppure sono legate a problematiche psicologiche. Va anche detto che il bambino nel tempo migliora il suo lessico e la scuola e l’ascolto di fiabe sono essenziali per una corretta elaborazione verbale.

Il logopedista è indispensabile quando il bambino entro i 2 anni di età non ha mai emesso o riprodotto suoni oppure parole come: “mamma, papà“. Ancora se il figliolo balbetta, ma a volte assieme a degli esercizi specifici potrebbe esserci anche la necessità di un supporto psicologico. Infine è indispensabile per i casi gravi di correzione della dislessia.

Altri casi minori, che in realtà se non persistono nel tempo svaniscono da soli, sono quando il bimbo inverte le sillabe, e le lettere come ” s, z, gl, gn ” creando problemi nella composizione della parola. Quando vengono alterati i suoni, le frasi non sono completate oppure con difficoltà vengono espressi dei concetti. Tutto ciò potrebbe essere causato dal fatto che per un bambino può sembrar difficile riuscire ad esprimersi anche per pigrizia ecco perché è importante stimolare la fantasia dei più piccoli.

Esistono dei semplici esercizi che anche i genitori a casa possono fare con bambini piccolissimi, c’è però bisogno della collaborazione da parte di entrambe le parti. Si può prendere uno specchio e far riflettere l’immagine propria e del figliolo mentre si fanno delle smorfie con la bocca, rotazioni con la lingua e schioccando quest’ultima contro il palato, preparando così l’apparato fonatorio infantile. Ancora si può fare un gioco imitativo di fonemi mettendo madre e figlio dinanzi all’altro per rendere l’esercizio maggiormente piacevole.

Gli esercizi per bimbi più grandi possono essere fatti con palline, oppure stringendo delle matite fra i denti mentre si pronunciano delle lettere o magari recitando poesie senza sbagliare, mettendosi in gara con la madre. Ripetere sempre più velocemente a turni simpatici scioglilingua o filastrocche creando un gioco di competizione ludica fra figlio e genitore. Insomma è essenziale non far pesare la problematica al bimbo perché potrebbe accentuarne la difficoltà, viverla come un gioco da fare insieme, invece, può sembrare una simpatica attività ricreativa da condividere con i propri genitori e poi la miglior cura resta leggere un libro ogni sera al proprio bambino per educarlo all’ascolto e alla fantasia.