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Quando non è possibile allattare: i vari tipi di latte

Quando non è possibile allattare al seno si ricorre a latti formulati, cioè modificati secondo le esigenze fisiche e nutrizionali dei neonati. Devono risultare il più simili possibile al latte materno, con meno sodio, coloro e più ferro ad esempio. Questi ultimi esistono nella versione in polvere o liquida.

Il latte in polvere conviene di più, perché deve essere consumato entro le 24 ore dall’apertura della confezione e spesso non viene consumato tutto dal neonato, perciò una buona quantità, soprattutto i primi giorni viene sprecato, anche perché non può essere riscaldato più volte.

La stessa cosa vale per il latte in polvere, solo che magari la mamma o chi per lei può regolarsi preparandone piccole quantità e dunque far fronte agli sprechi. Un’altra ragione è la questione della conservazione dopo l’apertura delle confezioni, specie se si è in giro. E’ più semplice reperire un elettrodomestico per riscaldare l’acqua a cui aggiungere la polvere che un frigorifero per conservare quello liquido che è avanzato.

Una volta che il bambino viene nutrito con il latte formulato nella versione normale (così come consiglierà il pediatra), specie i primi giorni, la madre dovrà osservare le reazioni fisiche che avrà suo figlio. Il latte formulato si divide in formula 1 e formula 2. Il primo va dalla nascita ai 5 mesi circa.

Il secondo è un latte di proseguimento che va dai 5-6 mesi, adattato ad un apparato digerente sempre meglio funzionante. Intorno all’anno di età si può passare al latte di crescita. Se non ci sono problemi si continuerà così, fino al passaggio al latte vaccino.

Tra i latti in polvere formulati per le esigenze speciali ci sono quelli con la sigla AD che si utilizzano in casi di diarrea acuta, oppure troviamo in commercio quelli AR che si somministrano in caso di reflusso gastroesofageo. Ci sono anche gli AC, i cosiddetti anti-colica. Quando però si nota qualcosa di veramente strano, qualche sintomo che può andare dal pianto da coliche a tracce ematiche nelle feci.

Come è successo a me quando ho cominciato a dare aggiunte dal momento che il mio non bastava più. Insomma quando si nota qualcosa di strano, ci si deve rivolgere al medico che segue il bambino che ci darà il consiglio migliore. A questo punto quasi sicuramente si ricorre a latte HA (ipoallergenico) modificati a seconda delle esigenze del neonato per limitare al minimo le intolleranze.

Nel caso poi si riscontri una vera e propria allergia è opportuno non usare prodotti che contengono latte, derivati o proteine del latte stesso. In questi casi, si può sostituire questo alimento così importante con latte di riso o di soya.