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Quando l’epidurale non si può fare: controindicazioni assolute e relative

In quali casi non può essere fatta l’epidurale? Quali sono cioè le possibili controindicazioni? Abbiamo intervistato la Dott.ssa Laura De Luca, anestesista presso l’Ospedale Oglio Po di Casalmaggiore (Cremona) per avere queste ulteriori informazioni sulla partoanalgesia con tecnica epidurale.

Dottoressa, cosa si deve fare se si desidera una partoanalgesia in epidurale?

La partoanalgesia prevede sempre una visita anestesiologica preventiva che ha soprattutto lo scopo di mettere in evidenza eventuali condizioni materne che controindichino la procedura. Non è possibile iniziare un’ analgesia in epidurale con un travaglio in atto se la paziente non è stata preventivamente visitata dall’anestesista, non siano stati controllati gli esami ematochimici e non le siano stati chiariti metodo e complicanze della tecnica, con relativa firma del consenso.

La visita e gli esami vanno fatti quindi con un po’ di anticipo, solitamente prenotati già nelle ultime visite del terzo trimestre, sicuramente prima dell’innescarsi del travaglio.

Quali sono le possibili controindicazioni che potrebbero venire alla luce da questa visita?

Per quanto riguarda la madre, esistono alcune condizioni rischiose che possiamo suddividere in controindicazioni assolute e controindicazioni relative:


Le Controindicazioni assolute cioè quelle in cui non è assolutamente possibile praticare l’epidurale sono:

-Sindromi emorragiche, come ad es. i deficit dei fattori della coagulazione
-Terapie con farmaci anticoagulanti, come ad es. l’anoxaparina ad alte dosi.
-Infezioni cutanee o tatuaggi nel sito della puntura. Per questi ultimi c’è il rischio di neurotossicità nel caso in cui con l’introduzione dell’ago, si trasportino particelle di pigmenti nello spazio peridurale
-Ipertensione endocranica, una condizione associata a malattie neurologiche
-Ipovolemia significativa, cioè la diminuzione del volume di sangue circolante, dovuto ad es. ad un importante sanguinamento
-Malattie del sistema nervoso periferico, come la sclerosi multipla in fase attiva
-Gravi malformazioni della colonna vertebrale o del canale midollare che ostacolano tecnicamente l’introduzione del cateterino
-Sepsi, cioè infezione nel sangue associata solitamente a febbre
-Allergia nota ai farmaci che verrebbero somministrati, cioè agli anestetici locali
-Condizioni ostetriche come la mancata dilatazione, presentazioni sfavorevoli alla nascita e tutte le urgenze che comportino la necessità di intervenire con un taglio cesareo.

Le controindicazioni relative sono condizioni in cui vanno valutate attentamente le possibile complicanze:

-Parto in acqua, che comporterebbe un rischio maggiore di inquinamento del catetere e di infezione in sede di puntura, nonché la difficoltà di monitoraggio
-Precedenti interventi sulla colonna vertebrale

Qualora si presenti una di queste condizioni è possibile in ogni caso optare per altre tecniche di partoanalgesia, naturali o farmacologiche.