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La doula, una professione di sostegno alla maternità

E’ una mamma? Una consulente? Una donna con la quale confidarsi? Un’ostetrica? No… è una doula: è una figura professionale che si occupa di aiutare la neomamma e la famiglia quando nasce un figlio. E’ una professionista che cerca di fare “da madre” alla madre che nasce. Per capire meglio chi è una doula, chi può diventarlo e cosa fa, abbiamo intervistato Emanuela Geraci, doula toscana, che a breve coordinerà il corso di formazione per doule al via a Firenze in febbraio.

Che parola è la parola “doula”? Da dove deriva e cosa significa?
Il termine doula viene dal greco antico ed era l’appellativo dato alle “schiave di famiglia” delle donne greche. Si occupavano di tutto ciò che riguardava l’assistenza personale e familiare ed erano particolarmente importanti durante il parto, dove avevano funzioni che oggi chiameremmo di “supporto emotivo” e di mediazione religiosa. Erano infatti le “professioniste del sacro” sulla scena del parto, come dimostra la storia di Galati, doula di Alcmena durante la nascita di Eracle. Nell’antica Grecia il concetto di famiglia era molto diverso dal nostro. Le doule erano, come segnala l’equivalente latino, delle “famule”, ovvero facenti parte della “famiglia estesa” delle cittadine greche. In tal senso le doule erano lavoratrici professioniste e persone di famiglia allo stesso tempo.
Marshall H. Klaus, neonatologo di fama mondiale, sua moglie Phyllis, psicoterapeuta, e John Kennell, professore in pediatria, sono stati i primi a “riutilizzare” il termine doula per indicare proprio l’attività di supporto continuativo offerto da una donna attenta ed esperta durante la gravidanza, il parto e il dopoparto. Raccontano di essersi ispirati all’uso che Dana Raphael fa della parola doula nel suo libro The tender gift: infatti descrive la doula come Uno o più individui, spesso di sesso femminile, che danno incoraggiamento psicologico e assistenza alle donne che hanno appena partorito. Mentre a Marshall e ai suoi compagni di lavoro si deve l’uso più ampio del termine come labor companion che fornisce alla donna e al suo partner supporto sia emozionale che fisico durante tutto il travaglio e il parto e in una qualche misura anche dopo. Dopo un attento esame della letteratura antropologica sull’argomento, hanno anche osservato che su 128 culture non industrializzate, tutte, tranne una, offrivano alle donne che partorivano questo tipo di supporto continuativo: queste donne non si discostavano “a più di un passo” dalle partorienti. La loro vicinanza fisica ed emotiva continua era uno degli ingredienti ritenuti indispensabili per la buona riuscita di un parto.

Chiunque può diventare doula? E’ un mestiere solo femminile o anche al maschile?
Dipende dalla motivazione. Crediamo che tutte le donne abbiano in sè le competenze materne necessarie a intraprendere la professione di doula. Non è detto però che tutte le donne vogliano esercitarle o riconoscerle. Quindi, come sempre, si tratta di una scelta personale, di riflettere su cosa ci motiva.
Come Associazione Eco Mondo Doula abbiamo scelto di non fare discriminazioni di genere. Quindi il corso è aperto anche agli uomini. Al momento solo un uomo ha partecipato al corso formativo. Credo che anche un uomo che abbia una forte motivazione può esercitare la professione.

Cosa si fa, concretamente?
In gravidanza la doula è un punto di riferimento. Ti ascolta e ti sostiene emotivamente nelle decisioni da prendere e nelle piccole e grandi crisi. Costruisce una relazione empatica e di fiducia, che faccia sentire tutti i protagonisti dell’evento nascita a proprio agio. Ti aiuta a cercare informazioni basate su evidenze scientifiche (tutto quello che hai sempre desiderato sapere ma non hai mai osato chiedere!), può aiutarti nella compilazione di un birth plan e aiutarti a discuterne con il tuo partner, può informarti sulle domande del consenso informato e su come comunicare con il personale sanitario per sostenere le tue richieste. Può rivedere con te e aiutarti a personalizzare la preparazione al parto che hai seguito con un’ostetrica. Non sostituisce la psicoprofilassi ostetrica, ma ne è il complemento. Può accompagnarti alle visite ginecologiche, o agli esami significativi come l’amniocentesi. Può aiutarti con i figli maggiori negli ultimi mesi di gravidanza e pianificare e organizzare con te il rientro a casa quando ci sono figli più grandi.
Durante il travaglio e il parto può sostenere la coppia emotivamente e fisicamente, sia in ospedale che a domicilio con la presenza di un’ostetrica. E’ una presenza continuativa con cui avete stabilito una relazione intima e confidenziale. Vi incoraggia, rassicura, conforta. Può ricordarvi i vostri obiettivi e come raggiungerli. Evidenze scientifiche dimostrano che, con la presenza di una doula, i papà partecipano più attivamente. La doula si preoccupa anche dei bisogni dei papà: nei travagli prolungati, può “dare il cambio” al partner perché possa riposarsi, mangiare, bere, andare in bagno. Si prende cura dei bisogni fisici della madre, come bere, mangiare, svuotare la vescica, la incoraggia a mantenere una posizione verticale ed essere attiva e protagonista del proprio parto. Il parto è un momento in cui una donna tocca i confini delle proprie possibilità e li oltrepassa!
Una doula vi ricorda la vostra forza e le vostre capacità. A partire dalla sua personale esperienza e dai desideri della donna, una doula può fare massaggi specifici, alleggerire l’atmosfera con humour, proteggere la sacralità, l’intimità e la sensualità del parto, giocare con la donna senza interferire con il lavoro del travaglio, aiutare a rendere il parto una gioia ed una festa. Come dice la famosa ostetrica americana Pam England: “Non partorite senza una doula!”
Dopo la nascita aiuta ad elaborare l’esperienza del parto. Può aiutare per il trasferimento dall’ospedale a casa e a “riorganizzarsi la vita” dopo la nascita del bambino. I ritmi sonno-veglia vengono spesso stravolti dal nuovo/a arrivato/a e una doula può aiutare la coppia a trovare una propria dimensione nel cambiamento. Può essere un punto di riferimento e un aiuto concreto per il puerperio (primi quaranta giorni) come anche per tutto il primo anno di vita del bambino. Sostiene e incoraggia la madre nell’allattamento al seno, nel rispetto delle sue scelte, può indirizzare una madre ai professionisti competenti in caso di problemi che esulano dalle sue competenze. Ha cura della neonata relazione madre-bambino e della nuova coppia genitoriale. Ascolta i problemi organizzativi e relazionali della nuova famiglia. Sostiene la coppia nel sentirsi competente e capace nel risolvere i problemi di accudimento. Si può occupare anche della casa, di fare la spesa, accompagnare a scuola i bambini più grandi, prepara i cibi preferiti ed in generale si occupa di tutto quello che può risultare utile e alleviare la fatica dei genitori.

E’ una professione richiesta? Se sì, perché secondo lei? Perché le mamme di oggi hanno bisogno di una professionista della maternità accanto a loro? Si sentono insicure?
E’ una professione di cui c’è bisogno. La moderna famiglia mononucleare lascia le donne da sole in questo grande passaggio che è il diventare madri. La solitudine e il ritrovarsi senza punti di riferimento accresce le insicurezze e il meccanismo della delega. Ma sono le madri le migliori esperte per la crescita dei loro figli. La presenza di una doula serve a ricordarlo stimolando le risorse e l’empowerment di ciascuna.

Cosa si deve fare per diventare doule? E’ un percorso faticoso? C’è un esame finale?
La doula attualmente fa parte delle professioni non ordinistiche dunque non ci sono percorsi previsti dalla legge per diventare doula. Il corso che proponiamo intende lavorare sul passaggio alla professionalità. Capita spesso che chi si iscrive abbia già prestato aiuto informale ad amiche e parenti incinte o durante il parto o in puerperio. Diventare professioniste però non è semplice. Vuol dire impegnarsi in modo continuativo, conoscere le proprie risorse, esplorare la propria creatività profonda, conoscere i propri limiti, essere capaci di proporsi sul mercato. Questo è quello che offriamo come corso alla Scuola delle doule.

Ci parli della scuola per doule di Firenze…
E’ un’occasione in Toscana per chi voglia diventare doula, impegnarsi seriamente per cambiare il modo di pensare la maternità…

A chi consiglierebbe di partecipare e perché?
Io lo consiglierei a tutte le donne. E’ sempre più necessario che le donne riprendano consapevolezza della centralità del loro ruolo, di essere i veri soggetti del parto. Perchè non siano le macchine a decidere del loro sentire…
(Per informazioni sui corsi e sull’essere doula: www.mondo-doula.it, dal quale sono inoltre tratte le immagini a corredo di questo articolo.)