foto_virus_influenza

Infezioni degli adulti: come proteggere il neonato dal contagio

Tutti neonati hanno un sistema di difese immunitarie molto delicato ancora in via di sviluppo. Per questo la maggior parte delle infezioni che in età adulta non danno grossi problemi come l’Herpes, lo streptococco B, la rosolia, possono essere invece infezioni letali nel neonato, come è accaduto la settimana scorsa alla bambina morta a seguito di un bacio.

Innanzitutto la prima norma di prevenzione che si può facilmente dedurre da questo episodio è di evitare di baciare i neonati, specialmente sul viso. La saliva infatti è il primo veicolo di infezioni come l’epatite e i virus influenzali, e nel caso dell’Herpes è sufficiente il contatto con le vescicole. Pertanto in caso di infezione conclamata sarebbe opportuno evitare ogni forma di contatto tra il neonato e il sito infetto.

Per quanto riguarda i virus influenzali, le malattie esantematiche e le malattie infettive le vie di trasmissione sono la saliva e il sangue e molte di esse sono contagiose anche in fase di incubazione, quando cioè l’individuo non manifesta ancora i sintomi. Quindi non potendo essere certi di non avere un infezione in fase di incubazione è bene evitare sempre di baciare il neonato, starnutire o tossire con lui nelle vicinanze.

Per quanto riguarda l’allattamento al seno da madri con infezioni in corso non c’è rischio di trasmissione al neonato eccetto che per il virus dell’HIV dove l’allattamento è specificamente controindicato. Per tutte le altre infezioni materne il latte non è veicolo di contagio, anzi l’allattamento al seno rappresenta la principale fonte di protezione immunitaria per il neonato.

Si fa eccezione sono nel caso di madri infette che presentano lesioni sul capezzolo, come vescicole esantematiche o ragadi sanguinanti perché il sangue al contrario è un potente veicolo nella trasmissione di infezioni. In questi casi sarà necessario sospendere temporaneamente l’allattamento al seno fino alla guarigione delle lesioni, per poi riprenderlo.

Nel caso di infezione materna da citomegalovirus in corso, l’allattamento al seno è controverso. Si sconsiglia specificamente nel caso di neonati prematuri, dove il sistema di difese immunitarie è ancora più debole.

Nel caso invece di sintomi influenzali conclamati quali raffreddore, febbre o tosse materna si consiglia di allattare indossando una mascherina per evitare il contagio neonatale, o di svuotare il seno con una apposita tiralatte e lasciare che un terzo si occupi della poppata fino alla completa guarigione materna.