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Infertilità femminile: la menopausa precoce

La menopausa è il fisiologico arrestarsi dei cicli mestruali e dell’attività ovarica, che avviene nella vita della donna tra i 45 e i 55 anni in media. La produzione dei follicoli infatti non è infinita. Ogni donna fin dalla nascita possiede un patrimonio genetico limitato ed è predestinata a produrre un massimo numero di ovociti fino ad una certa età, dopo la quale cesserà la sua capacità riproduttiva.

Si parla di menopausa quando i cicli sono assenti per 12 mesi. Questo periodo è preceduto dalla premenopausa che può durare anche due anni, in cui cominciano alterazioni dei flussi e cambiamenti ormonali. Quando i cicli scompaiono prima dei 40 anni di età si parla di menopausa precoce. Questa spiacevole condizione si verifica in italia nell’1-3% dei casi.

Tra le cause che determinano la menopausa precoce ci sono predisposizioni genetiche, alterazioni cromosomiche, malattie metaboliche come la galottesemia, malattie autoimmuni, malattie infettive. La menopausa indotta invece viene procurata attraverso i farmaci quando è necessaria alla sopravvivenza della donna, ad esempio in caso di terapie per neoplasie maligne estrogeno-recettive.
La menopausa chirurgica invece si verifica in seguito all’asportazione delle ovaie.

Nella menopausa precoce si verifica una prematura insufficienza ovarica, ossia una mancata risposta delle ovaie allo stimolo delle gonadotropine FSH e LH. Quindi questi ormoni risulteranno elevati al contrario degli estrogeni e del progesterone che andranno progressivamente a scomparire.

I segni e sintomi della menopausa precoce relativi sopratutto alla carenza di estrogeni sono l’infertilità per assenza di ovulazione, osteoporosi,invecchiamento precoce, secchezza vaginale, aumento di peso, assenza di ciclo per 3 mesi consecutivi, vampate di calore, disturbi dell’umore e calo del desiderio.

La menopausa precoce porta delle conseguenze psicologiche importanti sopratutto relative all’impossibilità di concepire e specialmente in donne senza figli, pertanto la diagnosi deve essere accurata ed è necessario differenziarla da altre cause transitorie di disfunzione ovarica e si basa sopratutto sul dosaggio ormonale dell’Fsh ma il test più attendibile è il dosaggio dell’ormone anti Mulleriano AMH, che rivela la quantità ovocitaria.

La terapia consiste nella somministrazione di ormoni sostitutivi per evitare le patologie da carenza estrogenica, ma questa terapia efficace nel migliorare la qualità della vita non può nulla però sulla fertilità. Si possono tentare le tecniche di stimolazione ovarica ma nella maggior parte dei casi risultano fallimentari.

Una prevenzione invece è possibile adottando una corretta alimentazione un sano stile di vita ed evitando di fumare. Gli ultimi studi hanno rivelato una influenza negativa del fumo sulla qualità e la quantità del patrimonio genetico e una comparsa della menopausa due anni prima nelle donne fumatrici rispetto alle non fumatrici.