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I primi passi dei bambini: come viverli da genitori

Ogni calcio che una madre in attesa riceve in grembo, fa sognare la futura genitrice sull’idea che se si aspetta una figlia femmina diventerà una ballerina, mentre se maschio un calciatore. Quando nasce un bambino, i suoi piedi sono una delle parti più tenere del suo corpo, vengono accarezzati, contate le dita e, protetti con scarpine, calzini e ghettine e si fantastica su quando inizieranno a muoversi sul pavimento… I primi passi emozionano sempre i genitori, vengono immortalati con video e foto, ricordati fra le tappe fondamentali della vita del proprio figlio.

La futura andatura di un bambino diventa subito importante, a 3 mesi di vita viene fatta un’ecografia ortopedica per prevenire e curare la displasia alle anche, statisticamente, ne soffrono maggiormente le bambine, se questa dovesse esser presente è risolvibile in genere grazie ad un tutore. Attorno ai 5/6 mesi i bambini iniziano a gattonare, velocissimi percorrono il corridoio di casa, ma non tutti decidono di mettersi a quattro zampe, alcuni preferiscono tenersi dritti nel box o nel girello. Proprio su quest’ultimo oggetto ci sono moltissimi pareri discordanti perché alcuni pediatri ne rilevano l’utilità, mentre altri lo condannano, ritenendolo un accessorio poco idoneo ad una futura andatura corretta.

Fra i 10 e i 14 mesi il bambino abbandona il suo status di quadrupede, scavalca il box, si arrampica sui tavoli e inizia a muovere i suoi veri primi passi, ovviamente non si tratta di movimenti articolati sono anzi scoordinati, difficile comprendere la meta che il piccolo avventore vuol raggiungere. La necessità primaria è quella di scovare oggetti nei meandri più profondi di casa, appoggiandosi con le mani alla parete o aiutandosi con un triciclo da spostare. Il palmo del genitore, che corre sorpreso in suo aiuto, è rifiutato perché il bambino, camminando, raggiunge e concretizza la sua autonomia; per la prima volta è il caso di dire che il suo io prende piede!.

Importante è scegliere sin dai primi passi, delle scarpe adeguate per il proprio figlio. Niente lacci che potrebbero sciogliersi facilmente e fare inciampare, niente calzature troppo strette e accollate e soprattutto in casa specie d’ estate è preferibile camminare scalzi, mentre d’inverno prediligere i calzini anti scivolo. Infondo le scarpe sono un accessorio inventato dall’uomo, il bambino ha bisogno di poggiare la pianta del piede sul pavimento. E’ vero specie per le femminucce ci sono molte scarpe carine che tentano le madri ma più che all’aspetto estetico va sempre privilegiata la comodità.

Con i primi passi incominciano anche le prime cadute e quindi ecco bernoccoli e cicatrici che puntuali incorniciano il visino dei bambini.Alcuni genitori, molto ansiosi e apprensivi,  onde evitare che i figli rovinino il proprio volto e le ginocchia, acquistano dei caschetti o ancora delle bretelle per portare a spasso all’aperto il futuro corridore. Ebbene proprio correre diventa lo step successivo alle camminate incerte, perché una volta lasciata la fase dell’incertezza iniziale, riguardante la meta da raggiungere, il bambino sa bene cosa desidera e capisce che ciò che vuole va conquistato il prima possibile ed inizia a correre collezionando così altri lividi memorabili.

Ghiaccio e pomate vengono usati per alleviare i dolori delle innumerevoli cadute dei piccoli, che iniziando a camminare incominciano a snellire il proprio corpo e quindi ad abbandonare le fattezze da neonati. Crescono in altezza più che di peso e le gambette il più delle volte ricordano la lettera x (ginocchio valgo) oppure formano un arco (ginocchio varo). Spesso, invece, il piede non mostra la curvatura plantare ma tutta la pianta tocca a terra allora si parla di piede piatto.Alcuni bambini per velocizzarsi nella corsa, iniziano a camminare sulle punte, altri, mettono un piede in fuori assumendo così in entrambi i casi un’ andatura poco corretta. In realtà se il problema nel corso degli anni non scompare, va consultato  il proprio pediatra per stabilire se è necessaria una vista ortopedica più approfondita.

Gattonare, correre, saltare, rotolarsi…fa tutto parte dell’essere bambini e anche se i genitori si spaventano per i capitomboli dei propri figli, bisogna ricordare che ciò fa parte dell’iter dell’infanzia, e poi, come si dice a Roma ogni volta che un bimbo si ritrova a terra e si fa male: “Menomale che ce sta Santa Pupa che ce pensa!”. L’importante è rialzarsi quando si cade, e questo i bambini lo provano fisicamente concretizzandolo sin da subito, perché è proprio vero che cadere serve per crescere e per rafforzarsi.