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Diario della gravidanza, la quattordicesima settimana

Le nausee sono ricominciate e non mi spiego perché: ma non dovrebbero finire intorno alla dodicesima settimana!? L’attesa della mia prima figlia è stata veramente ideale: non ho avuto alcun disturbo e quasi non mi sono accorta di essere incinta per molto, molto tempo. Questa seconda attesa, invece, si fa sentire eccome…

Dunque sono nella mia quattordicesima settimana di gravidanza. Leggo che il bambino è lungo tra gli 80 e gli 89 millimetri e pesa circa 25 grammi. Quanto è strano immaginare queste misure – il cucciolo in questo momento è grande come il mio pugno – e poi pensare che diventano delle vere personcine fin dai primi mesi?

In questa quattordicesima settimana di gravidanza ho avuto un… déjà vu. La mia vicina di casa ha partorito il suo terzo figlio e l’ho vista arrivare a casa dopo i tre giorni in ospedale. Ho ricordato e rivissuto con esattezza la sensazione di “estraneità” rispetto al mondo che ho provato nel tragitto che mi ha portato dall’ospedale a casa, quando è nata la mia prima bambina. In qualche modo era come se non riconoscessi niente di tutto quello che vedevo: la città, gli spazi, anche la facciata di casa nostra e le persone che mi salutavano e venivano a trovare. Forse era una sensazione dovuta al fatto che io stessa ero cambiata in tutto e per tutto. Un sentimento che mi ha accompagnata per diverse settimane dopo il parto – con tutta probabilità era l’avvio del baby-blues – e che poi, gradualmente, si è regolarizzato e infine quietato.

E’ stato dunque inevitabile per me, in questi giorni, cercare di immaginarmi se succederà la stessa cosa anche con questo secondo bambino o bambina: mi sentirò nuovamente una marziana o affronterò la seconda maternità con maggiore serenità e “presenza” di spirito?

Questa settimana è stata segnata anche da un piccolo viaggio che abbiamo fatto la mia bambina e io nella mia regione di origine: la bella Toscana. Per amore, mi sono spostata e trasferita in una città a circa due ore e mezzo di distanza. Una lontananza intermedia: non è tanto, ma non è neanche poco. Mi dico che non sono la prima né l’ultima che fa questo tipo di scelta. Certo è che vivere in un luogo diverso da quello dove si è cresciuti, anche se non è lontano e anche se può essere bello, non è la stessa cosa.

E questo è uno stato d’animo che sento in modo incredibilmente netto da quando sono diventata mamma e che si intensifica con questa seconda gravidanza. Penso spesso che avrei piacere che anche i miei bambini facessero alcune delle esperienze che ho fatto io crescendo, che avessero familiarità con persone e luoghi protagonisti della mia infanzia, adolescenza e prima età adulta. Mi consola pensare che è un sentimento che, sommato a molti altri aspetti legati alla memoria della propria infanzia, trova una codifica negli studi di psicoanalisti esperti di età evolutiva come Daniel Stern, nel suo testo Nascita di una madre. In sostanza, sono proprio pensieri “da mamma” e non posso far altro che custodirli e meditarli.

Ecco, caro fagiolino che cresci senza sosta, i pensieri di mamma in questi giorni d’inizio novembre…

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