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Autosvezzamento: cos’è e in cosa consiste

Con il termine autosvezzamento viene definito l’alimentazione complementare a richiesta: il più naturale, sano e rispettoso modo per una naturale evoluzione dell’alimentazione dei bambini dall’allattamento ai solidi, guidandoli attraverso il lento e naturale passaggio da una dieta a base di solo latte materno o artificiale all’universo dei cibi “da grandi”. Vediamo meglio in cosa si tratta e quali sono i suoi punti di forza e di debolezza.

Negli ultimi anni, grazie anche al successo del libro del dottor Lucio Piermarini “Io mi svezzo da solo” si è parlato tanto di autosvezzamento, o alimentazione complementare a richiesta. Lo svezzamento tradizionale si basa infatti su schemi, ingredienti stabiliti, omogeneizzati, almeno nella prima fase del percorso. Nell’autosvezzamento non esistono regole da seguire ed è il bambino che, guidato ed ascoltato, decide quanto e cosa mangiare.

L’autosvezzamento si mette in pratica offrendo inizialmente al bambino il suo latte come sempre e, successivamente, ci sarà il momento del pasto che sarà condiviso da tutta la famiglia. L’autosvezzamento consiste nel lasciare che il vostro bambino si nutra scegliendo gli alimenti che più gli piacciono presenti sulla tavola al momento del pasto.

Con il passare del tempo gli alimenti introdotti saranno sempre maggiori e andranno a sostituirsi al latte. L‘autosvezzamento presuppone che tutta la famiglia segua un’alimentazione corretta ed equilibrata, con cibo preparato in casa, frutta e verdura di stagione, meglio se biologica. E, stando agli ultimi dati sulle abitudini alimentari del nostro Paese, sono molto poche le famiglie che attuano questo tipo di alimentazione.

I seguaci dell’autosvezzamento assicurano che in pochi mesi il bambino arriverà a mangiare di tutto: pasta, riso, legumi, carne, pesce, pizza, formaggi, frutta e verdura di tutti i tipi. Personalmente credo che ogni bambino abbia i suoi tempi e le sue preferenze.

Mio figlio per esempio a un anno mangia solo il passato di verdura, con omogeneizzati di carne, pesce e formaggini, e questo nonostante i nostri continui tentativi di fargli apprezzare tutto l’altro cibo. Se dovessi seguire l’autosvezzamento, mio figlio non mangerebbe nulla del cibo sulla nostra tavola, e questo è il pensiero di moltissime mamme nella mia stessa situazione!

Che si tratti perciò di svezzamento tradizionale o autosvezzamento, la cosa fondamentale è che nel rapporto con il cibo il bambino venga messo al centro del processo, osservando e rispettando i suoi tempi e le sue modalità. Un rapporto equilibrato con il cibo è infatti fondamentale per una crescita serena, e le basi vengono sicuramente gettate già dai primi mesi di vita del piccolo con lo svezzamento!

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